by Sergio Segio | 4 Maggio 2013 7:12
ROMA — Il fascicolo sulle finte foto osé già c’era. Da ieri c’è anche quello per le minacce. La procura di Roma indaga sulla denuncia, affidata a Repubblica,
del presidente della Camera Laura Boldrini. I magistrati, che nelle scorse settimane avevano oscurato e sequestrato i siti che avevano pubblicato le false immagini della terza carica dello Stato, hanno delegato alla polizia postale anche accertamenti per individuare gli autori delle intimidazioni. Tutto fa pensare che i due episodi non siano collegati, ma il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pubblico ministero Luca Palamara vogliono vederci chiaro. Indagini non facili anche per l’internazionalità e la libertà di accesso al web. Proprio per questo la Boldrini ha auspicato una riflessione sui reati online, soprattutto quando le vittime sono donne in ruoli importanti. E anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sottolineato la difficoltà di perseguire ciò che viene messo in rete: «Occorre una legge nazionale che protegga dal web ma soprattutto una volontà internazionale perché spesso i server sono in Paesi che non collaborano».
Parole subito accolte dal governo. Soprattutto dalla parte femminile. «La violenza sulle donne – ha detto il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge – è un tema che non riguarda solo gli italiani o solo gli immigrati; la violenza non ha colore, quello che bisogna cambiare è la cultura sulle donne». Così anche la responsabile alle Pari Opportunità , Josefa Idem, che, promettendo di «farsi interprete di una risposta ferma e decisa della politica», ha puntato il dito contro «centinaia di uomini, vili e senza dignità , che ritengono normale insultare e minacciare una donna per via delle proprie opinioni, anzi probabilmente per il solo fatto che una donna abbia osato esprimere delle idee».
Da Strasburgo, il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, ha tuonato: «Il discorso razzista in Italia è un problema che perdura da tempo e gli eventi più recenti confermano l’urgenza di affrontare la questione con misure efficaci». Dello stesso avviso il Garante della Privacy, Antonello Soro che, stigmatizzando la dimensione sovranazionale del fenomeno, ha parlato di «sfida culturale. Quando poi ci sono minacce come quelle rivolte al presidente della Camera, la polizia postale dovrebbe essere dotata dei necessari poteri per intervenire». Il tutto mentre la politica esprime la sua solidarietà al numero uno di Montecitorio. Bipartisan, più che unanime. Se infatti, oltre a Pd e Pdl, anche il capogruppo M5S alla Camera Lombardi ha espresso il proprio sostegno alla Boldrini, Beppe Grillo si è detto contrario al «bavaglio». «I reati commessi sul web – ha scritto sul suo blog rivolgendosi ai presidenti di Camera e Senato – sono già punibili per legge. Non bisogna invocare alcuna legge speciale, bisogna investire in innovazione e ricerca per favorire la banda larga, l’accesso alla conoscenza e la cultura di rete».
Dura la condanna della comunità ebraica di Roma che ha collegato la visita della Boldrini con l’inizio degli episodi di intolleranza: «Un trattamento purtroppo riservato anche a molte altre cariche e esponenti della vita pubblica ».
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