Metà  degli italiani vuole il sindaco a capo del governo

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Su quest’ultima, in particolare, qualche esponente si è dichiarato d’accordo con la proposta del «porcellinum» escogitata in questi giorni (e consistente nell’introduzione di una soglia del 40% di consensi necessari per accedere al premio di maggioranza), mentre altri si sono fortemente opposti, proponendo le soluzioni più diverse (ma concentrandosi, in particolare, sulla introduzione del doppio turno). Tra questi ultimi, ha fatto discutere la presa di posizione di Matteo Renzi che ha subito bocciato l’ipotesi del «porcellinum», suggerendo la riproposizione a livello nazionale della normativa che regola la elezione dei sindaci. Ancora una volta, il sindaco di Firenze è sembrato allontanarsi dalle posizioni del partito cui appartiene, per sottolineare una propria specifica identità . Come ha osservato anche Panebianco sul «Corriere» di sabato, per diversi esponenti del Pd, Renzi rappresenta una minaccia e una sorta di corpo estraneo al partito. Per altri, viceversa, costituisce un’opportunità . Secondo molti osservatori, infatti, il sindaco di Firenze potrebbe essere l’unico leader in grado di ricompattare il Pd e, forse, fargli vincere le elezioni. I dati sulla pubblica opinione sembrano confermare quest’ultimo scenario. Tra gli italiani Renzi raccoglie il 64% di giudizi positivi (presenti in particolare tra chi possiede titoli di studio più elevati) e risulta più popolare di Letta (che si colloca al 59%), della Bonino (che tradizionalmente raccoglie un ampio consenso trasversale) e, di gran lunga, del segretario del Pd Epifani, che si ferma al 33%. Anche tra gli elettori dello stesso Pd, il sindaco di Firenze appare, con l’89% di consensi, più popolare dello stesso segretario, che si colloca al 62% (il 28% dei votanti per il Pd dà  oggi un giudizio negativo di Epifani). È vero che esponenti di altri partiti ottengono, all’interno del loro elettorato, una percentuale di approvazione superiore a quella rilevabile per Renzi nel Pd: ad esempio, Grillo può contare sul 92% di consensi tra i votanti del M5S e Berlusconi raggiunge il 90% tra quelli del Pdl. Ma il sindaco di Firenze, assieme a Letta, è tra i pochi politici che godono di un supporto trasversale, esteso a tutto l’arco politico, tanto che viene giudicato positivamente dal 67% dell’elettorato del Pdl, da una analoga percentuale tra i votanti per la Lega e tra quelli per il M5S e dal 70% della base di Scelta Civica. Come si sa, tuttavia, il giudizio positivo non comporta necessariamente la decisione di voto. Se si domanda, ad esempio, se sia meglio che Renzi prosegua con un secondo mandato il suo lavoro di sindaco, la maggioranza degli elettori mostra di preferire questo scenario futuro a quello, ad esempio, di presidente del Consiglio. Ciò nonostante, il 54% degli italiani (e il 79% dei votanti per il Pd, ma anche il 50% di quelli per il Pdl) dichiara di vedere positivamente Renzi anche in quest’ultima posizione. Di poco maggiore è la percentuale di popolazione che preferirebbe che il sindaco di Firenze fondasse un suo partito e ne fosse il leader. Solo il 15% auspica che si ritiri definitivamente dalla vita politica. Tutto ciò mostra come Renzi goda di un mercato elettorale potenziale piuttosto ampio e, specialmente, trasversale. È vero che solo il 12% degli italiani afferma di volere votare «sicuramente» per il sindaco di Firenze, ma è vero anche che il 47% dichiara di prenderlo «molto» o «abbastanza» in considerazione per il voto. Solo poco più di un terzo (36%) dichiara che «non lo voterebbe mai». Ancora una volta, il mercato potenziale è particolarmente ampio (88%) tra chi sceglie attualmente il Pd, ma raggiunge valori elevati anche tra i votanti per gli altri partiti e, specialmente, tra chi oggi si dichiara indeciso o tentato dall’astensione. Nessuno può sapere se Renzi saprà  davvero approfittare di un così vasto consenso potenziale. E trasformare i «potrei votarlo» in voti veri. Ma di certo l’ampiezza della sua popolarità  costituisce un fenomeno talmente significativo nella vita politica del nostro Paese da non potere essere sottovalutato. Nemmeno dallo stesso Renzi e dagli altri leader del Pd.


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