Ma Parigi e Madrid a differenza di Roma ottengono lo sconto
Ora deve centrare l’obiettivo del disavanzo sotto il 3% del Pil nel 2015. Anche la Spagna, che ha disoccupazione a livelli drammatici e tensioni sociali provocate dalle misure di austerità imposte da Bruxelles, può rinviare al 2016. La sorpresa è l’Olanda, finora schierata con Germania e Finlandia nel criticare duramente i Paesi mediterranei dell’Eurozona con i conti pubblici in difficoltà . Il vicepresidente della Commissione Olli Rehn ha anticipato che all’Aja potrebbero aver bisogno di più tempo per rimettere ordine nel bilancio, pur senza specificare date. Dovrebbe trattarsi comunque di un anno, come per la Slovenia, l’ultima del quartetto gratificato con più margini di spesa pubblica per rilanciare crescita e occupazione.
La Francia prevedeva un deficit del 3,7% quest’anno e il rientro al 2,9% nel 2014. Rehn ha rivisto queste stime alzandole al 3,9% e 4,2% varando il rinvio biennale. Il presidente francese Franà§ois Hollande ha definito la concessione di Bruxelles «importante» perché consente di mettere «la crescita in prima fila nelle nostre priorità ». Obbligato appariva il rinvio per la Spagna, che va incontro a un deficit del 6,5% quest’anno e del 7% nel 2014. L’Olanda dovrebbe restare al 3,6% nel biennio, scontando il rallentamento dell’economia e problemi nel suo sistema bancario-finanziario. La Slovenia peggiora nel disavanzo oltre le aspettative (5,3% nel 2013 e il 4,9% nel 2014).
Questa linea più morbida di Bruxelles apre spazi anche all’Italia per rinegoziare i suoi impegni. Ma la Commissione frena perché il governo Monti ha sfondato le previsioni sul debito pubblico, che dal 120,8% del 2011 viaggia verso il 131,4% quest’anno e 132,7% nel 2014. Mentre le dilazioni sono state accordate a Paesi con debito sotto (Francia e Spagna) o molto sotto (Olanda e Slovenia) il 100% del Pil.
Ivo Caizzi
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