Lombardi dai pm per gli hacker «Colpiti perché diamo fastidio»

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MILANO — Rabbia e sconforto. Nuovi parlamentari nella bufera, tutta sul web, delle mail violate e i Cinque Stelle reagiscono. Dopo la pubblicazione — da parte dei sedicenti «hacker del Pd» — di altre caselle di posta elettronica, è lo stesso Beppe Grillo in serata a tuonare dal blog, rivolgendosi a Pietro Grasso e Laura Boldrini: «Non c’è alcuna evidenza che qualcuno si stia occupando delle mail private hackerate dei parlamentari del M5S. È uno scandalo, una violazione della dignità  della persona».
Un affondo dopo una giornata già  convulsa. E che travalica i confini della Rete. Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento alla Camera, spiega, in una conferenza stampa a Montecitorio, di essere preoccupata: «Sono obbligata a chiudere a chiave l’ufficio», dice mostrando il mazzo di chiavi. La capogruppo alla Camera annuncia «il furto tre settimane fa di un computer» negli uffici del gruppo al Parlamento. E non si tratta di un caso isolato. «È stata rubata e pubblicata la bozza della relazione del M5S al documento di programmazione economica». Non solo. «E ieri anche il tentativo di forzare la posta web di un nostro collaboratore». «C’è un attacco a tutto campo contro di noi e questo fenomeno è stato sottovalutato», dice. La motivazione? Secondo Lombardi i Cinque Stelle sono «un gruppo politico che evidentemente sta dando fastidio a molti». «Sentiamo una sorta di abbandono da parte delle istituzioni, come la magistratura, che sono chiamate a tutelare i cittadini», attacca la capogruppo, che ieri mattina ha avuto un colloquio con il procuratore Giuseppe Pignatone. In serata, Lombardi ha ricevuto il primo report sulle indagini.
La Procura di Roma ha parto un fascicolo sulla vicenda che coinvolgerebbe una trentina di parlamentari. I reati ipotizzati dai magistrati sono di accesso abusivo al sistema informatico e violazione della corrispondenza altrui. Gli accertamenti sono affidati al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed al sostituto Elisabetta Ceniccola. Da ambienti investigativi filtra la notizia che gli accertamenti avrebbero offerto «rilevanti spunti investigativi». Sempre in serata risulta irraggiungibile — come richiesto a gran voce dai parlamentari Cinque Stelle — il sito degli hacker che (tramite link) svelava il contenuto delle mail violate.
Non solo la Procura, ma anche le authority. Giulia Sarti, la prima vittima dei pirati informatici, ha incontrato il Garante della privacy. «Mi ha contattato solo ieri e a fronte di una mia richiesta di incontro immediato ci siamo visti solo questa mattina — spiega in conferenza —: ora al Garante chiederemo non solo di diffidare chiunque dal pubblicare le nostre caselle di posta personali, ma che chi detiene questo materiale, cioè le testate giornalistiche che ne hanno possesso, deve cancellarlo». Poi lo sfogo: «Fino ad ora abbiamo tenuto un basso profilo, adesso basta».
Sulla vicenda interviene anche il deputato Alessandro Di Battista, che ironizza: «Ho scoperto che il prossimo sarò io. Si parlava di gogna mediatica ma a me non me ne può frega’ de meno». Anche se, ammette, «è stata una violenza molto pesante». Un’altra lettura la offre il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio. «Adesso siamo molto preoccupati — spiega — perché stiamo mettendo a repentaglio la sicurezza di tanti cittadini che ogni giorno ci scrivono notizie e informazioni molto delicate».


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