Lo staff mette il bavaglio ai «cittadini» E Crimi: «Faccio cadere le mele marce»
Convocata in via straordinaria anche per la sua intervista di ieri al Corriere della Sera, che ha fatto infuriare molti. Contribuendo a un umore già negativo per i risultati delle amministrative, disastrosi per qualcuno, buoni per altri. Così parte l’ennesimo processo contro la «comunicazione». Intesa in senso lato, come gruppo di comunicazione, ma anche come capacità dei 5 Stelle di confrontarsi con i media, di far passare le proprie idee e di raggiungere gli elettori sul territorio. Ma proprio mentre si processa, ecco che il gruppo comunicazione si fa sentire con un ennesimo intervento a gamba tesa, eseguito via sms di Crimi a tutti i senatori: «Vi chiediamo di non commentare i risultati del voto». Bavaglio morbido che si unisce alla promessa di mandare in tv una decina di parlamentari «affidabili».
Sms arrivato troppo tardi. Molti, tra Camera e Senato, avevano già parlato. Roberto Fico, per esempio, il più rassicurante: «Siamo in lenta ma costante e inesorabile crescita». Ma a Roma eravate al 27 per cento, siete sotto di oltre la metà : «Sono dati incomparabili. Prendiamo Napoli: io, candidato sindaco nel 2011, ho preso l’1,5 per cento. Poi alle Politiche siamo arrivati al 25 per cento: se rifacciamo le Comunali che dato prendiamo in considerazione?». Risultato: «Se avessimo 200 consiglieri nuovi in tutta Italia, per noi sarebbe un risultato stratosferico. Da stappare champagne».
Bottiglie ben chiuse in frigo, per gli altri. Enza Blundo usa un aggettivo eloquente per definire il dato di ieri: «Disastroso». In che senso, senatrice? «Beh, questo astensionismo è clamoroso e coinvolge anche noi, mica solo Pd e Pdl. Siamo andati male. Io sono dell’Aquila: a Sulmona si sperava in un ballottaggio e invece niente. Sa qual è il problema? Non riusciamo più ad arrivare ai nostri elettori, io ci ho provato ma mi sono resa conto che non arrivano i nostri messaggi. C’è un grave problema di comunicazione». Lorenzo Battista è sulla stessa linea: «Non era stato De Vito a dire che sarebbe andato al ballottaggio? Beh, la matematica non è un’opinione. Avevo già detto che avevamo sbagliato tutto dopo il risultato del Friuli». Maurizio Buccarella aggiunge: «Una parte del nostro voto era di protesta: non siamo stati capaci di trattenerlo».
Se il risultato lascia con l’amaro in bocca è anche perché si inserisce in un malessere generale. Crimi, nell’intervista, spiega che i parlamentari a Cinque Stelle «non devono occuparsi di strategia politica». Devono solo produrre leggi e scegliere sui singoli temi. Quanto basta per far innervosire i parlamentari in dissenso, il cui gruppo continua a ingrossarsi. Crimi ribadisce la sua linea: «Basta pippe mentali: voglio sapere su che cos’è il disagio. Se è sulla linea politica non esiste». Adriano Zaccagnini non perde tempo: «La nostra strategia politica mi sembra sbagliata». Tommaso Currò, primo dei dissidenti, replica a Crimi con sarcasmo: «Eccoci, finalmente sono usciti allo scoperto. Crimi dice quello che avevo già capito da tempo, che noi non contiamo niente, che la linea politica la fanno altri. Noi dobbiamo essere solo degli operai, infilarci l’elmetto e non pensare». Battista aggiunge: «Non dobbiamo parlare di strategia politica? Mi sembra che le parole di Crimi rappresentino una novità che non rientra nello spirito del Movimento. Sui meet up non si fa altro che parlare di quello».
In assemblea si parla anche della stampa. Una senatrice contesta chi «nel Movimento si dice di sinistra» e fiancheggia i giornalisti «che non ci chiedono mai cosa facciamo nelle Commissioni e scrivono merda». Un’altra replica: «Personalmente non ho dovuto mai rettificare nessuna intervista». Dalla Camera, risponde indirettamente Massimo Artini: «Se le cose vanno male, la colpa è nostra, non dei giornalisti».
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