L’ipotesi di abolire il premio di maggioranza

by Sergio Segio | 21 Maggio 2013 6:35

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ROMA — Poco più di un’ora è durato l’incontro al Quirinale tra il presidente Napolitano, il ministro per le Riforme Quagliariello e i presidenti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato, Sisto e Finocchiaro. Un incontro fortemente voluto dal capo dello Stato a poche ore dall’audizione di Quagliariello in Parlamento nel corso della quale illustrerà  le linee guida del governo in materia di riforme costituzionali. E appunto sul riordino istituzionale si è fermata l’attenzione di tutti e quattro, lasciando in secondo piano, così è trapelato, la questione elettorale. Si è, tuttavia, convenuto che le Camere provvederanno con un proprio atto a ritoccare il Porcellum con quella che ormai viene definita una «clausola di salvaguardia», ovvero con una formulazione che ne modifichi il profilo di incostituzionalità . Napolitano, al riguardo, si sarebbe limitato a suggerire di non farne il centro della discussione adesso perché il vero sistema con cui votare sarà  approvato in seguito e dovrà  essere coerente con il modello istituzionale scelto.
Sono stati anche identificati gli ambiti su cui lavorare, che sono due: o si porta al 40% la soglia per accedere al premio di maggioranza oppure si cancella proprio il premio. L’intento, espresso con grande forza da tutti, è che il Parlamento anticipi con il proprio provvedimento la sentenza della Corte Costituzionale alla quale si è rivolta la Cassazione nei giorni scorsi per sciogliere il nodo elettorale. Gran parte dell’incontro è stato quindi dedicato al percorso costituente che si avvierà  quando saranno insediati il comitato dei saggi e la Convenzione. Per fare nascere quest’ultimo organismo (composto dalla fusione delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato) sarà , però, necessario seguire la procedura in uso per le leggi costituzionali: doppia lettura di ciascun ramo del Parlamento a un intervallo non inferiore di tre mesi. La Convenzione avrà  poteri redigenti (come auspicato dai «facilitatori» insediati a suo tempo dallo stesso Napolitano), e dovrà  riscrivere le norme della Costituzione su bicameralismo, forma del governo e forma dello Stato. Non solo. Il Parlamento in seduta comune potrà  anche emendare alcuni punti — verranno individuati nel corso del dibattito sulle mozioni di indirizzo fissato per il 29 maggio — sui quali la Convenzione richieda il parere dell’Aula. Napolitano avrebbe inoltre visto con favore la creazione del comitato dei saggi, costituito da esperti presi fuori delle Camere, e si sarebbe stupito che qualcuno avesse sollevato obiezioni sul suo profilo costituzionale.
Proprio su questo, ieri, si sono confrontati il premier Letta e il professore Rodotà . Il capo del governo ha rimarcato la «qualità  democratica» del percorso immaginato dall’esecutivo cercando così di conquistare il consenso di Rodotà  che nei giorni scorsi aveva sollevato perplessità  sul metodo scelto. Rodotà , però, ha declinato l’invito di Letta a entrare nel comitato anche se ha convenuto di rivedersi periodicamente per scambiarsi opinioni durante la discussione sulle riforme.
L’incontro al Quirinale arriva in un momento nel quale è molto intenso il lavorio su come sbarazzarsi del Porcellum. Poco prima di salire da Napolitano la Finocchiaro ha presentato un progetto di legge con cui si propone il ritorno al Mattarellum. Questo sistema dovrebbe restare in vita fino a quando non verrà  adottata una nuova legge elettorale conforme al nuovo modello istituzionale deciso dalla Convenzione. Su di esso però c’è la contrarietà  del governo che con Quagliariello ha detto di preferire una soluzione soft. Va inoltre aggiunto che l’iniziativa della Finocchiaro rappresenta il punto di vista di una parte del Pd, il quale non ha ancora preso una posizione univoca. E ciò spiega perché oggi il neosegretario del Pd Epifani abbia convocato una riunione con i capigruppo (Speranza e Zanda), la stessa Finocchiaro, Bressa e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Franceschini. Riunione preparatoria del vertice di maggioranza convocato domani proprio sul tema delle riforme.

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