Lgbt, uno su quattro in Europa ha subito violenze o minacce

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L’AJA – Paura, esclusione, discriminazione: sono queste le parole all’ordine del giorno tra persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) in tutt’Europa. È quanto emerge dalla più vasta indagine mai condotta sul tema: in 93 mila hanno risposto al questionario on line predisposto dalla Fra (Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali). I risultati dell’indagine sono stati resi noti oggi a L’Aja in occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia.

Con la discriminazione si devono fare i conti fin da piccoli: due intervistati su tre hanno nascosto o dissimulato la propria identità  Lgbt a scuola. Almeno il 60 per cento è stato oggetto di commenti o comportamenti negativi e oltre l’80 per cento ricorda commenti negativi o atti di bullismo. Ma una volta concluso il percorso scolastico le cose non migliorano molto: il 19 per cento degli intervistati si è sentito discriminato sul posto di lavoro o nella ricerca di un impiego. “Tutti devono sentirsi liberi di essere se stessi a casa, al lavoro, a scuola e in pubblico – commenta il direttore dell’Agenzia, Morten Kjaerum – ma è evidente che le persone Lgbt spesso non lo sono. Occorre un’azione a livello europeo per abbattere le barriere, eliminare l’odio e creare una società  in cui tutti possano godere pienamente dei propri diritti”. La diffusa discriminazione va di pari passo con la paura per molestie o violenze: una persona su quattro riferisce di aver subito episodi di violenza o minacce negli ultimi cinque anni. Spesso avvengono in luoghi pubblici, all’aperto, perlopiù a opera di un gruppo di sconosciuti. Non a caso il 50 per cento degli intervistati riferisce di evitare alcuni luoghi pubblici per precauzione. Ma a volte la violenza si nasconde anche dentro casa: il 7 per cento è stato vittima dei propri famigliari.

La tentazione di nascondersi è forte: il 66 per cento ha paura di tenere per mano il partner dello stesso sesso in pubblico, percentuale che arriva al 75 per cento tra gli uomini gay e bisessuali. “Ciò dimostra che le vittime Lgbt hanno bisogno di riconoscimento e di tutela a livello europeo e nazionale per contrastare il clima d’odio che li spinge a vivere nella paura” riferisce la Fra, che cita come possibili provvedimenti corsi di formazione per le forze dell’ordine e servizi di assistenza alle vittime, oltre a leggi contro l’incitamento all’odio e contro i crimini generati dall’odio.

Eppure il numero di denunce è molto basso, nonostante il 56 per cento degli intervistati fosse a conoscenza di leggi a sua tutela, la metà  delle vittime ha creduto che una denuncia sarebbe stata inutile. Solo il 22 per cento dei casi più gravi è arrivato all’attenzione delle forse dell’ordine.“Questo modello di comportamento non è una prerogativa esclusiva del gruppo Lgbt oggetto della ricerca – evidenzia l’agenzia -. Abbiamo infatti riscontrato la stessa tendenza anche in altri gruppi, ad esempio tra i membri di minoranze etniche”. I più colpiti dalla discriminazione risultano essere i transgender, specialmente nel lavoro e nell’assistenza sanitaria: il 30 per cento ha dichiarato di aver subito violenza o minacce oltre tre volte nel corso dell’ultimo anno. (gig)

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