«Duri» e «possibilisti» si sfidano E sui soldi arriva un nuovo sondaggio

by Sergio Segio | 11 Maggio 2013 8:19

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MILANO — La trama diventa più complessa. Il nodo diaria (trattenerla o rendicontarla?) corre come un cavo dell’alta tensione tra i Cinque Stelle, creando malessere. A lanciare l’allarme è Beppe Grillo sul blog: «Houston, abbiamo un problema. Di cresta. Ebbene, va ammesso. Un piccolo gruppo di parlamentari non vuole restituire la parte rimanente delle spese non sostenute». «Potrebbe sembrare un peccato veniale, qualcosa su cui sorvolare — spiega il leader —. Ma non lo è, per rispetto verso gli attivisti e gli elettori. Si discute infatti di un principio, l’aderenza a patti liberamente sottoscritti e l’adesione all’etica del Movimento». Tutto nasce, in realtà , dal codice di comportamento. «I parlamentari avranno comunque diritto a ogni altra voce di rimborso tra cui diaria a titolo di rimborso delle spese a Roma», recita l’articolo relativo al trattamento economico. Una zona grigia, in cui si dipana il futuro di una fetta di parlamentari pentastellati. Grillo, infatti, sarebbe votato alla linea dura. Disposto anche a un’emorragia di deputati e senatori che non condividono le scelte del Movimento. Possibile, però, qualche eccezione (valutata caso per caso) perché — avrebbe spiegato nella riunione a Montecitorio — «Nessuno deve rimanere indietro, neppure tra di voi». Quindi chi fosse realmente in difficoltà  con le spese verrebbe salvaguardato. Il leader sarebbe addirittura giunto — per strigliare i suoi — a minacciare provocatoriamente un ritiro dal Parlamento dei Cinque Stelle, nel caso in futuro non si riesca «a cambiare il Palazzo».
Le parole del leader (e la polemica con Enrico Letta) sono suonate come un campanello per i parlamentari. Deputati e senatori sono intervenuti con una nota per dirimere la questione. «Per la precisione — si legge — una volta detratte le spese di vitto e alloggio rendicontate, difficilmente (la diaria, ndr) assommerà  a un importo superiore a poche centinaia di euro a testa, che in ogni caso la maggior parte dei parlamentari a Cinque Stelle, se non tutti, restituirà  parimenti». C’è anche chi ha detto la sua in ordine sparso sulla Rete. «Sono venuto qua per combattere per voi e per tutti e non per i soldi», scrive Alberto Airola su Facebook. E ancora: «Se qualcun altro farà  diversamente in totale trasparenza la gente lo verificherà  e lo giudicherà ». Angelo Tofalo se la prende con i media che «continuano a fare gossip sulle nostre diarie». «Per me diaria e rimborsi vari vanno tutti in un unico calderone — annuncia Manlio Di Stefano —, per quello ho aperto un conto apposito, dopo di che da lì tratterrò tutte le spese effettivamente sostenute». Sul web, però, si fanno sentire anche gli attivisti: «Coerenza (fino alla fine) o morte!», scrive Giovanni sul blog di Grillo. «Non hanno capito, alcuni dei nostri parlamentari, che noi vogliamo etica, coerenza, onestà  soprattutto da loro in primis?», domanda Gabriele da Carrara.
«È la classica caccia dei media all’errore di Grillo», sbotta Vito Crimi. «Stiamo parlando di una porzione della busta paga, nessuno ha mai messo in discussione la restituzione di metà  dell’indennità . Stiamo restituendo 80 milioni di euro in tutto, chi lo fa? — prosegue —. E comunque c’è confusione anche sul sondaggio interno: i media non distinguono tra i parlamentari che esprimono una loro opinione e la capacità  degli stessi di adeguarsi a una decisione collettiva». La risposta alle polemiche, indiretta, arriva dall’ufficio di Presidenza della Camera, dove i Cinque Stelle hanno presentato una proposta: dimezzamento dell’indennità  parlamentare e accorpamento della diaria e delle varie spese in un’unica voce. Un progetto che «è già  operativo per le competenze dei deputati del M5S».
Ma la questione-diaria è tutt’altro che chiusa. Anche all’interno del gruppo. «Io sono abituato a firmare dei contratti, se una delle due parti si sottrae, allora il contratto viene meno», sostiene un parlamentare e «chi non rispetta il patto non siamo noi». «Io ho parlato con Casaleggio e sfido chiunque a smentirmi — avrebbe obiettato al leader uno dei Cinque Stelle durante l’assemblea di giovedì — e Casaleggio mi ha detto che la diaria potevo tenerla». In realtà , nelle ore in cui infiamma la polemica e viene presentata la proposta a Montecitorio, tra i Cinque Stelle è in corso un’altra consultazione, che coinvolgerebbe quel 48% favorevole a trattenere la diaria. «Si tratta di un invito a definire come la si pensa — dicono fonti vicine al Movimento — per capire chi sia disposto a rendicontare tutto, se questa dovesse essere la posizione condivisa tra di noi». L’esito del secondo «sondaggio» dovrebbe arrivare tra oggi e domani. Lunedì l’ultimo round, con una riunione congiunta nel tardo pomeriggio in cui probabilmente sarà  definita la posizione dei Cinque Stelle.

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