L’avvocato Longo choc su Kabobo E Grillo: quanti come il ghanese?

by Sergio Segio | 17 Maggio 2013 6:51

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ROMA — «Non capisco perché vi meravigliate tanto, in fondo quel che ho detto è banale». Il professor Piero Longo, 68 anni, deputato del Pdl e avvocato di Silvio Berlusconi, ha appena detto nel corso del programma La Zanzara, su Radio 24, che lui avrebbe sparato «immediatamente» a Mada Kabobo, il feroce picconatore di Milano, «subito dopo aver capito cosa stava facendo». Frasi forti, d’effetto. Gli avrebbe sparato con la sua pistola, «una Ruger Lcr e non una Luger», tiene a precisare qualche minuto più tardi l’avvocato, correggendo le agenzie di stampa che hanno presto rilanciato le sue dichiarazioni pulp («La mia pistola è americana, non tedesca…»).
«Gli avrei sparato alle gambe, con chi credete di parlare? Non mi sarei certo andato a nascondere da qualche parte. Bastava sparare alle gambe per farlo smettere di dare picconate alla gente — ha detto Longo a Radio 24 —. E se Kabobo non si fosse fermato avrei sparato di nuovo alle gambe. Eppoi addosso. Io ho la pistola qui davanti a me, nel mio studio, anche se non posso portarla né alla Camera né in tribunale e nemmeno in treno. Mi hanno appena rinnovato il porto d’armi…».
L’avvocato del Cavaliere non si sente né uno sceriffo né un giustiziere: «Ho il porto d’armi dagli anni Settanta — racconta — da quando a Padova ero minacciato da quelli di Autonomia Operaia, ma non sono un appassionato di pistole, non vado al poligono, non sono un cacciatore, credo che le armi siano strumenti di difesa e come tali vadano usate. Anche perché, nel nostro codice, è contemplata espressamente la legittima difesa di un proprio diritto e del diritto altrui ed anzi esiste un reato, si chiama omissione di soccorso, articolo 593 secondo comma del codice penale, che stabilisce il dovere di prestare assistenza a chi si trovi in pericolo. E punisce chi contravviene a quest’obbligo. Coraggio, fate un sondaggio, chiedete alla gente se ho ragione o torto…».
Il primo colpo di Ruger Lcr, però, dice ora a mente fredda il deputato del Pdl, non l’avrebbe sparato alle gambe del ghanese assassino, «ma in aria». Soltanto dopo, non avendo ottenuto l’effetto di dissuaderlo, l’avvocato Longo avrebbe mirato al corpo: «Non vedo alternative. A un tipo del genere, secondo voi, ci si poteva avvicinare forse dicendo “Scusi signore, non parlo il bantu, la vorrebbe smettere per favore?”».
Scatenato, Piero Longo, ai microfoni di Giuseppe Cruciani e David Parenzo: «Se Berlusconi fosse interdetto dai pubblici uffici il governo Letta forse cadrebbe un secondo prima dell’interdizione». I soldi alle «olgettine»? «Per Berlusconi 2.500 euro al mese sono nulla, come dieci, dodici euro». Ma l’assoluzione del Cavaliere al processo Ruby — secondo il suo legale — sarà  «poco probabile». E l’ultima stoccata è giusto per il pm di Milano Ilda Boccassini: «Non credo che nella Boccassini ci sia qualcosa di morboso, come ha detto Marina Berlusconi. La Boccassini per Berlusconi ha una passione inquisitoria».
Anche Beppe Grillo ieri si è occupato di Mada Kabobo: «Quanti sono i Kabobo d’Italia? Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno… E chi è responsabile? Non la Polizia che più che arrestarli a rischio della vita non può fare. Non la magistratura che è soggetta alle leggi. Non il Parlamento, che ha fatto della sicurezza un voto di scambio elettorale tra destra e sinistra e ha creato le premesse per la nascita del razzismo in Italia. Nessuno è colpevole, forse neppure Kabobo. Se gli danno l’infermità  mentale, presto sarà  di nuovo un uomo libero». La base, però, si è spaccata. Durissimi alcuni commenti apparsi sul blog del leader M5S: «Dopo quello sullo ius soli mi tocca leggere anche questo post — scrive Massimiliano —. Vuoi proprio spostare il Movimento a destra, la peggior destra possibile?». «Ma questo articolo chi l’ha scritto, Salvini?», chiede ironico Frank, accomunando Grillo al segretario lombardo della Lega.

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