Imu, duello Renzi-Epifani Il sindaco: aiuto al Cavaliere

by Sergio Segio | 21 Maggio 2013 6:28

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ROMA — L’Imu continua a dividere il Pd e ieri la fibrillazione sull’abolizione o modifica dell’imposta immobiliare è arrivata ai massimi livelli. «Intervenire sull’Imu è una cambiale che si paga all’accordo con Berlusconi, meglio agire sull’Irpef». Così il sindaco di Firenze ed ex rottamatore Matteo Renzi, dai microfoni di Radio 24 ha sganciato questa piccola bomba atomica nel litigioso parterre del Partito democratico suscitando la reazione stizzita di Guglielmo Epifani. «Non è un regalo a nessuno ma al buon senso», ha replicato il neosegretario del Pd a margine della commemorazione di Massimo D’Antona. «Ci sono fasce per cui — ha spiegato Epifani — il pagamento è difficile e per altre no, per questo mi piace l’idea di una riforma generale che sia in grado di fornire una quadro più equo sulla tassazione della casa».
La questione, che complessivamente vale circa 50 miliardi l’anno, non solo sembra destinata a creare problemi di quadratura con il Pdl ma anche dentro il centrosinistra. Tanto che ieri è cominciata a circolare con insistenza la voce di un possibile spostamento del congresso di partito, per ora programmato a ottobre, addirittura all’anno prossimo. Una decisione tattica per far stemperare gli animi e consentire al governo Letta una navigazione più tranquilla. E anche Matteo Renzi ha ribadito che non si metterà  di traverso: «Non mi candiderò a segretario del partito perché altrimenti entrerei in rotta di collisione con il presidente del Consiglio».
Il sindaco di Firenze, da sabato impegnato in una offensiva mediatica a tutto campo, ha partecipato in serata a Porta a Porta. Nella trasmissione di Bruno Vespa ha rincarato la dose accusando il Pd «di essere caduto nella trappola dell’Imu in campagna elettorale». «L’Imu è il meccanismo che Berlusconi ha usato per rientrare nella scena politica e il centrosinistra ha dormito», ha spiegato il sindaco, «Berlusconi e Bersani hanno votato insieme l’Imu, poi Berlusconi è stato bravissimo e in campagna elettorale ha fatto passare il messaggio che lui voleva far calare le tasse. Ha lanciato uno straordinario siluro sull’Imu, il centrosinistra c’è cascato e sono partite le dichiarazioni». «Dopo 3 mesi, avendo fatto il governo con Berlusconi, c’è toccato togliere l’Imu». E, ricordando quanto fatto a Firenze, ha precisato di essere d’accordo nell’abbassare le tasse «ma bisogna capire da dove partire, noi a Firenze siamo partiti dall’Irpef, con l’Imu sulla prima casa al minimo mentre quella sulla seconda, terza, quarta e quinta casa era al massimo».
Sempre a Radio 24, l’ex rottamatore esprime un rude giudizio sulla persona di Franco Marini che «non aveva lo standing» per diventare presidente della Repubblica. E svela che nei giorni caldi delle votazioni alla Camera, Marini lo chiamò per chiedere un «aiutino» e ottenere l’appoggio sostenendo — ha continuato Renzi — mi fanno un po’ arrabbiare, non è accettabile che si chiedano spazi in nome dell’appartenenza religiosa, non stavano mica facendo le primarie per i vescovi». Nel pomeriggio Marini risponde a tono dando del «bugiardo» a Renzi.
«Dire che io gli avrei telefonato e chiesto sostegno per il Quirinale — precisa — mi conferma, anzi mi rafforza della giustezza di tutti i giudizi che fino ad oggi ho espresso su di lui, adesso aggiungo che è anche un bugiardo». Nonostante questo scenario il sottosegretario all’Economia, ed ex segretario aggiunto della Cisl, Pier Paolo Baretta, è ottimista. Per lui «le condizioni per fare la riforma delle imposte sulla casa ci sono, abbiamo tre mesi di tempo».
Roberto Bagnoli

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