Il referendum tra i deputati scuote il Movimento: «Restituire la diaria? Vogliamo libertà di coscienza»
Su circa 130 partecipanti al sondaggio tra deputati e senatori (sono 163 i parlamentari del M5S) il 48,48% vorrebbe trattenere completamente la diaria, stabilendo secondo coscienza quanto rendere. Per la rendicontazione pura, ossia trattenere solo le spese, si è espresso il 36,30% dei Cinque Stelle. Una scelta che ha scatenato i commenti sul web. Sulla questione «bisogna subito rispondere e cercare di restare uniti», suggerisce un militante sul blog. «Premesso che le rinunce fatte dai parlamentari del movimento sono apprezzabilissime, se però si dice che le spese di diaria saranno trattenute in misura pari alle spese sostenute e documentate, poi si deve farlo», scrive Carlo B da Carrara (il suo post è il più votato alle 19).
«Dateci qualche giorno e non vi deluderemo, noi gli impegni presi li manterremo come abbiamo sempre fatto, la coerenza è la nostra principale virtù», ha rassicurato gli attivisti su Facebook Vito Crimi. In settimana, infatti, deputati e senatori si incontreranno per decidere quale linea prendere in merito alla diaria. Ma c’è chi già prende posizione.
«Io darò subito indietro la parte di diaria eccedente, al momento per risparmiare non ho ancora preso un collaboratore», spiega il deputato Paolo Bernini. Che motiva così la scelta di chi opterebbe per tenere a sé la diaria: «Molte persone hanno anticipato del denaro in campagna elettorale, altre hanno dovuto versare i soldi della caparra per gli affitti delle case». «Abbiamo il codice etico, lo abbiamo firmato tutti quanti — sottolinea Sebastiano Barbanti — Ci riuniremo e vedremo, sempre con un po’ di flessibilità ». E poi contrattacca: «Possibile vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto? Ci stiamo già tagliando la mano e ci viene chiesto: «Perché non vi tagliate il braccio intero?». Sul Codice interviene anche Giuseppe D’Ambrosio su Facebook. «Il regolamento che abbiamo firmato all’inizio della campagna elettorale ha qualche problema relativo alla genericità in alcuni punti ed alla “non tenuta in conto” di alcuni aspetti della tassazione (non si poteva conoscerli prima) — scrive —. Ma noi lo rispetteremo totalmente! Stiamo ragionando su alcune problematiche relative ai rimborsi».
C’è anche chi sbotta in Transatlantico. Come la deputata marchigiana Patrizia Terzoni che, conversando con i cronisti a Montecitorio, non nasconde di aver «votato per trattenere l’80%» della diaria. «Non è questione solo di vivere ma anche di espletare il mandato. Io, ad esempio, sono dovuta andare in Sicilia. Se ti chiamano o devi spostarti, che fai? Non vai? Con 2.500 euro al mese uno non riesce a cavarsela», sostiene.
Intanto, Beppe Grillo si prepara a tornare in piazza per un nuovo tour di una decina di giorni per le Amministrative. Il leader toccherà i principali capoluoghi al voto, da Siena a Brescia, da Imperia a Treviso, da Ancona ad Aosta (dove sono in programma le Regionali). Gran finale, ovviamente, a Roma.
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