I 5 Stelle «spiati» in corridoio e la black list dei cronisti

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ROMA — Nessuno di noi cronisti può sapere se è già  stato inserito nella black list, la lista nera del Movimento 5 Stelle. La lista dei cronisti sgraditi, per adesso, è chiusa in un cassetto, o galleggia ancora solo nella mente di qualcuno. Però c’è, esiste.
Montecitorio, ieri mattina.
Le indiscrezioni di qualche ora fa diventano certezza. Ricapitolando: il gruppo comunicazione del Movimento ha davvero predisposto un piano per controllare meglio il flusso di dichiarazioni dei propri deputati.
Il piano, dettagliato in una email inviata agli onorevoli cittadini, ha tre punti. Primo: declinare le richieste di colloqui o interviste da parte di giornalisti che si sono dimostrati «inaffidabili». Secondo: intensificare la presenza degli addetti stampa in Transatlantico e alla buvette (se le ronde vedono che un giornalista si avvicina a un deputato, devono essere pronte ad affiancare il deputato). Terzo: se il deputato decide di rilasciare l’intervista, allora è meglio andare in via Uffici del Vicario, nel palazzo che ospita i gruppi parlamentari, chiudersi in una stanza e parlare davanti a una telecamera che registra immagini e voci, risposte e domande (per ora, ai cronisti non verrebbero comunque chieste le impronte digitali).
Gli uffici del M5S sono al quarto piano. Andrea Cottone è uno degli addetti stampa (il coordinatore è Nicola Biondo). Cottone scriveva sul Fatto, si è a lungo occupato di cronaca giudiziaria in Sicilia, è molto gentile al telefono.
«Ah ah ah!…».
Ti viene da ridere?
«Ma sì, dai… State pompando questa cosa delle liste nere, come sempre volete farla passare per una cosa dittatoriale…».
Veramente, io vorrei solo capire meglio.
«Okay, va bene, te lo spiego meglio… Allora: tanto per cominciare, noi siamo liberi di scrivere ai nostri deputati tutto quello che ci pare, fornendogli tutti i suggerimenti che ci paiono opportuni…».
Prosegui.
«Poi, se vogliamo entrare nel dettaglio, beh, crediamo sia ora di farla finita con il gossip, perché è chiaro che anche la storia della diaria l’avete trasformata in gossip…».
No, scusa: quello non era gossip, era politica. Ci avete vinto le elezioni sostenendo che non vi sareste messi in tasca un euro in più del necessario. Ma poi, come sappiamo, visto lo stipendio accreditato sul conto corrente, qualche onorevole cittadino ha vacillato. Comunque non è questo il punto. Voi del gruppo comunicazione…
«Noi riteniamo sia arrivato il momento di parlare dei contenuti. Tu vuoi parlare di un certo argomento? E noi ti indichiamo il deputato più giusto…».
Avete immaginato la reazione di uno come l’onorevole cittadino Di Battista, sempre molto propenso a dichiarare su qualsiasi argomento?
«Eh… Di Battista… lo sappiamo lo sappiamo… Comunque non è che ti spariamo se ti avvicini a Di Battista… Solo che…».
Solo che?
«Tutti i deputati sanno perfettamente che alcuni giornalisti sono corretti, e altri meno, molto meno».
L’onorevole cittadino Roberto Fico da Napoli è uno di quelli che, quasi ogni giorno, finisce sui giornali o alla tivù con qualche dichiarazione. Rispetterà  i consigli del gruppo comunicazione? Sentite cosa dice in questa sua dichiarazione che subito gira sul web.
«Quello che è arrivato in mano ai giornalisti, prima di essere al solito stravolto, è un report che il gruppo comunicazione ci fa periodicamente. Fanno il loro lavoro, ci danno consigli. Nessun obbligo».
Punti di vista.
Luigi Di Maio, 26 anni, vicepresidente della Camera, è invece assai soddisfatto delle indicazioni ricevute.
«Detto che io sto parlando tranquillamente con lei…».
Detto questo?
«È innegabile che abbiamo avuto alcuni problemi di comunicazione. Qualche giornalista ci ha strumentalizzato e… beh, forse se qualcuno ci indicasse anche quali sono i giornalisti di cui ci si può fidare, sarebbe cosa buona e utile».
Giornalisti buoni, cattivi, attenti e disattenti. A metà  pomeriggio c’è una conferenza stampa. E che fanno i deputati del M5S? Decidono di fare — loro — le domande.
«Mhmmm… adesso, cari giornalisti, vediamo se avete seguito bene quello che abbiamo detto… Forza, rispondete!» (giornalisti muti e increduli).
Segue assemblea del gruppo dei deputati piuttosto tesa. Ribadita fiducia allo staff della comunicazione (73 sì, 1 contrario, 5 astenuti). Però molti malumori, rancori, voglia di libertà  d’azione (proprio così: voglia di poter parlare liberamente).
Qualcuno telefoni a Beppe Grillo.
Fabrizio Roncone


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