by Sergio Segio | 15 Maggio 2013 6:24
MILANO — Strascichi e progetti. Il giorno dopo l’assemblea sul tormentone diaria, tra i Cinque Stelle serpeggia ancora qualche malumore. E mentre Grillo avverte i partiti («Se non ci affermiamo noi ci saranno le barricate»), si apre un nuovo fronte: quello sui destinatari delle eccedenze. Nelle intenzioni del leader ci sarebbe l’idea di stabilire ogni mese, attraverso un sondaggio sul blog, i beneficiari di ogni singola tranche mensile. Il leader parlando in un comizio a Barletta annuncia: «Lo stipendio di un parlamentare sarà di 5.000 euro lordi, quindi 2.500 netti, più la diaria che potrà essere spesa e dovrà essere documentata. Tutto il resto sarà messo su un conto per fare microcredito alla piccola e piccolissima impresa come stiamo già facendo in Sicilia». E sul suo ruolo: «Non voglio essere leader ma garante, messo lì a controllare».
Intanto, sul fronte eccedenze ci sono gruppi di parlamentari che già si muovono. Ieri sera deputati e senatori dell’Emilia Romagna avevano in programma una riunione informale — poi posticipata all’ultimo momento — per decidere se destinare la quota raccolta finora (e su cui non è stata ancora presa alcuna decisione collettiva) a progetti relativi alla ricostruzione dopo il terremoto. Una scelta, quella degli emiliani, che non trova il consenso di tutti. «Non compete a noi la concessione dei fondi», taglia corto Vito Crimi. Sulla stessa linea anche il senatore Maurizio Buccarella, che sostiene: «Sarebbe meglio e più coerente lasciare i soldi allo Stato. C’è il rischio che qualunque decisione venga presa qualcuno obietti qualcosa». E sulla diaria afferma: «Nessuno si deve arricchire e nessuno di deve impoverire».
Tuttavia in seno al Movimento c’è ancora qualche battibecco sulla rendicontazione. «Credo che il dissenso sia il sale della democrazia e senza una critica costruttiva non c’è alcuna crescita per il Movimento. E il Movimento ne ha bisogno», scrive su Facebook il deputato Adriano Zaccagnini. «Non abbiamo creato problemi per motivi nobili, vedi il governo del Paese lasciato a Berlusconi — sostiene un “dissidente” — e Grillo ci lancia accuse e mette a rischio i suoi con motivi così ignobili? Deve avere più rispetto per noi, ha un’arroganza che prende lo stomaco». Però, dopo la riunione si registrano anche segni di distensione come l’abbraccio in Transatlantico tra Alessandro Furnari e Alessandro Di Battista. Qualche voce di dissenso, invece, sembra emergere nei confronti dei gruppi di comunicazione dei parlamentari, proprio nel giorno in cui Caris Vanghetti annuncia il suo addio allo staff dei Cinque Stelle alla Camera.
Giornata elettorale, invece, per Grillo, che in un comizio a Corato, in provincia di Bari, ha attaccato: «Io spero in una nostra affermazione totale perché se non ci affermiamo noi ci saranno le barricate, si dovranno assumere loro la responsabilità ». Oltre alla politica anche le indagini. «Stamattina è venuta la polizia nel nostro ufficio di Milano a chiedere dove sono i server di questi 22 ragazzi che sono stati condannati per vilipendio, ma noi non lo sappiamo nemmeno», ha detto Grillo riferendosi all’inchiesta della procura di Nocera Inferiore sui commenti offensivi nei confronti di Giorgio Napolitano. Che peraltro ieri è tornato al centro degli strali del leader stellato: «Si è raddoppiato la carriera, 14 anni. Una cosa che non esiste nemmeno in Sudamerica». In serata, a Barletta, nuovo acuto: «Vogliono chiudere la rete, se chiudono il blog resteremo senza informazione, non lo hanno fatto neanche in Cina».
Emanuele Buzzi
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