Femminicidio, task force del governo in campo Idem, Cancellieri e Bonino

by Sergio Segio | 5 Maggio 2013 8:18

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ROMA — «Centoventiquattro donne uccise nel 2012, da gennaio sono già  25. È una situazione inaccettabile, ma il femminicidio da soli non lo si sconfigge. C’è bisogno di una task force di ministri che studi una strategia coordinata ».
Da pochi giorni Josefa Idem è alla guida del ministero delle Pari Opportunità , giorni segnati da sangue e violenza in cui da tre donne sono state ammazzate in poco più di 24 ore. E sull’onda dell’emergenza lei, abituata alla concretezza della sfida in canoa prima e nei consigli comunali poi, lancia l’idea di un gruppo di lavoro interministeriale e di un osservatorio sulle violenze alle donne. Conoscere per cambiare. L’idea è di passare poi nelle prossime settimane ad incontri con le associazioni che nelle città  si occupano quotidianamente e concretamente del problema, che alloggiano madri in fuga da mariti violenti, che danno assistenza legale a chi teme per la propria vita o rispondono alle richieste di chi non ha ancora trovato il coraggio di denunciare. Come Telefono Rosa che sottolinea la necessità  di aumentare i centri di accoglienza e quelli antiviolenza, a cui in passato sono stati tagliati i fondi, mentre auspica una «giustizia più rapida». La proposta di una task force di ministri raccoglie consensi immediati nel governo. Subito risponde il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri: «È un’ottima idea, parlerò subito con la Idem per cominciare a lavorare. Occorre reagire perché è un fenomeno che prende sempre più peso ». Anche il ministro degli Esteri Emma Bonino, radicale in prima linea da una vita per i diritti delle donne in tutto il mondo, risponde all’appello: «Sono pronta a dare il mio contributo, se potrà  servire».
«Ben venga lavorare in gruppo », dice il ministro alla Salute Lorenzin. «Perché il problema della violenza sulle donne riguarda l’intera società  civile e bisogna studiare adeguate politiche contro la cultura dell’odio». E oltre ai neoministri interviene anche Mara Carfagna, una volta a capo del dicastero delle Pari opportunità  ricordando il disegno di legge, firmato anche da lei, che prevede l’ergastolo per il femminicidio e la necessità  di fondi per combattere la violenza: «I comuni aspettano soldi, le associazioni aspettano i soldi, le vittime pure. Bisogna rilanciare il numero di emergenza 1522. Bisogna riconsiderare, tutti insieme, la possibilità  di rimettere mano al codice penale».
Nei giorni del sangue e della violenza arriva la richiesta al governo di convocare gli Stati generali contro la violenza sulle donne. «Perché ancor prima che materia giuridica, è emergenza culturale», recita l’appello di “Ferite a morte”, il progetto teatrale scritto da Serena Dandini, in collaborazione con Maura Misiti, (www. feriteamorte. it). Tra i primi a firmare Ezio Mauro, Susanna Camusso, Concita De Gregorio Riccardo Iacona, Gustavo Zagrebelsky, Lella Costa Fiorenza Sarzanini.
E sulla violenza alle donne, Laura Boldrini, presidente della Camera, spiega che nella sua iniziativa di denuncia contro gli attacchi ricevuti sul web non vi era alcuna volontà  di chiedere nuove norme. «L’obiettivo è arginare la violenza contro le donne, anche in rete. Quello che di sconcio accade sul web contro le donne viene infatti spesso sottovalutato e ridotto a goliardata machista».

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