Eternit, l’ultima beffa alle vittime “Muore l’imputato, stop ai risarcimenti”

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È morto a 92 anni, a Tournhou, al confine con l’Olanda, dove aveva la sua azienda editoriale di libri religiosi e di carte da gioco. L’ha portato via la vecchiaia nella notte fra lunedì e martedì, senza poter conoscere il verdetto dei giudici. Sarebbero bastati soli 15 giorni, per sapere se anche la corte d’Appello lo ritenesse colpevole, insieme al miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, come in primo grado, quando gli erano stati inflitti 16 anni di carcere per disastro doloso.
L’annuncio della sua morte è rimbalzato in un attimo, di porta in porta, a Casale Monferrato, a Bagnoli, a Rubiera e a Cavagnolo, tra gli anziani operai che avevano lavorato per lui nelle fabbriche dell’Eternit, così come su Facebook, fra i gruppi dei parenti delle vittime. E ha gettato nel panico migliaia di parti civili. Con Schmidheiny, infatti, De Cartier aveva 98 milioni di euro di risarcimenti ancora da rifondere. E finora non aveva versato un euro. «Produrremo il certificato di morte alla Corte — ha spiegato il suo avvocato, Cesare Zaccone — e i giudici dichiareranno che il reato è estinto “per morte del reo”: vengono meno le disposizioni della sentenza. Gli eredi però mantengono la responsabilità  nel caso in cui le vittime decidano di intentare una causa in civile. Rimarrà  in piedi, a livello civile, anche la responsabilità  della sua società , la Etex». De Cartier rispondeva per chi aveva lavorato all’Eternit fino al 1972. «Andremo avanti, non per accanimento ma per dovere — ha spiegato Bruno Pesce, coordinatore dell’Afeva, l’associazione delle vittime — Ma bisognerà  ricominciare da capo con una lunga causa civile». Ci potrebbero volere anche 15 anni: non ci saranno più sopravvissuti, solo i loro discendenti. «Ora ci concentreremo sull’unico imputato rimasto: la sentenza rimane fissata al 3 giugno» ha commentato il procuratore Raffaele Guariniello, che insieme ai colleghi Ennio Tomaselli, Sara Panelli e Gianfranco Colace aveva chiesto condanne a 20 anni di carcere per entrambi. Ma Schmidainey, che ha già  risarcito tramite accordi privati molte parti civili (gli rimangono circa 200 posizioni) potrebbe trovarsi a dover rifondere i danni per entrambi. «Metteremo in luce che non può essere richiesto a Schmidheiny il danno riferibile a De Cartier» ha commentato l’avvocato Astolfo Di Amato.


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