Città , alle urne in 7 milioni Il rischio astensionismo

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ROMA — La prima volta della doppia preferenza di genere: un voto ad un uomo e uno a una donna, adesso si può. Debutta oggi, dunque, il nuovo sistema per la scelta dei consiglieri comunali, almeno di quelle città  che hanno più di cinquemila anime. Tra queste, certamente Roma: ma non solo. Perché tra oggi e domani le cabine elettorali saranno aperte per sette milioni di italiani, chiamati a rinnovare le assemblee di più di cinquecento Comuni (esattamente 564) oltre a quella del Consiglio regionale della Valle d’Aosta (dove si vota solamente oggi, eventuale ballottaggio il 9 giugno). Il nemico da sconfiggere, un po’ per tutti gli schieramenti, è l’astensionismo. Test locale, come sostenuto nei giorni scorsi da alcuni leader politici, oppure, inevitabilmente, prova a valenza «nazionale»? Si vedrà . Di certo la sfida principale è quella della Capitale: la scheda è come un lenzuolo, lunga un metro e venti centimetri.
I candidati sindaco, a Roma, sono diciannove (tutti uomini), sostenuti da quaranta liste. Gli aspiranti al Consiglio comunale sono 1.667 (48 gli scranni disponibili). Da Militia Christi ai Liberali (che candidano per l’aula Giulio Cesare anche l’ex pornostar Ilona Staller), dalla Repubblica romana (di sinistra) a CasaPound (della destra estrema): ma quelli che hanno possibilità  di arrivare al ballottaggio del 9 e 10 giugno sono quattro. Il sindaco uscente Gianni Alemanno di centrodestra, il candidato di centrosinistra Ignazio Marino (entrambi sostenuti da sei liste), quello del Movimento Cinque Stelle, Marcello De Vito, e l’«indipendente» Alfio Marchini (che nega di aver incontrato Epifani). Campagna elettorale sottotono, conclusa con quasi tutte le piazze dei comizi finali semivuote: certo Roma era sfinita da una giornata autunnale e dalla sciopero dei mezzi pubblici che l’ha paralizzata. Ugualmente, però, le fotografie delle piazze dei comizi — in particolare quella del Pdl con Silvio Berlusconi al Colosseo con duemila persone e quella del Pd nella storica piazza San Giovanni attraversata da poche migliaia di presenti — hanno lanciato l’allarme astensionismo. A Roma il Movimento Cinque Stelle, con Beppe Grillo sul palco di piazza del Popolo, pur vincendo la sfida della partecipazione ai comizi, ammette qualche difficoltà : «A Roma forse non ce la faremo — ammette — forse voterete sempre gli stessi. Anche se non verrà  eletto il nostro sindaco metteremo comunque 6 o 7 consiglieri dentro e sarà  una grande vittoria, apriremo il Comune di Roma». Sulla partita romana arrivano anche le parole del cardinale Camillo Ruini, 1991 al 2008 vicario del Papa per la diocesi: «Roma necessita di una buona amministrazione, che si ispiri a quei valori di millenaria tradizione propri della città ».
Al voto anche la seconda città  della Lombardia, Brescia, e attesa per il risultato di Siena, storica roccaforte della sinistra ancora alle prese con lo choc della vicenda Monte dei Paschi. In Puglia si vota anche a Barletta: per il centrosinistra corre per la poltrona di primo cittadino Pasquale Cascella, l’ex portavoce del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. A Treviso, invece, è di nuovo in corsa il «sindaco sceriffo» Giancarlo Gentilini, 84 anni, alla guida della città  già  dal 1994 al 2003: sfiderà  Giovanni Manildo (centrosinistra) e l’industriale del caffè Massimo Zanetti. Due i capoluoghi di regione alle urne: oltre a Roma, Ancona. Sono quattordici i capoluoghi di provincia chiamati a rinnovarsi, oltre a quelli già  citati: Avellino, Iglesias, Imperia (feudo di Claudio Scajola), Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Sondrio, Vicenza e Viterbo. A San Luca, in provincia di Reggio Calabria, annullati i consigli elettorali dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. A Sulmona arrivano schede elettorali sbagliate: cambiate in fretta e furia, si vota lo stesso.
L’avversario da battere un po’ ovunque, come detto, si chiama astensionismo. Secondo Guglielmo Epifani, segretario pd, «non ci sarà  nessun effetto del voto alle amministrative sul governo, perché è una tornata che riguarda l’8% degli italiani». Anche l’ex premier Silvio Berlusconi non teme contraccolpi sull’esecutivo: «Sosteniamo e sosterremo con lealtà  il governo», promette.
Alessandro Capponi
Ernesto Menicucci


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