by Sergio Segio | 28 Maggio 2013 6:59
ROMA — Un’aula quasi deserta, la Boldrini che si stizzisce e la relatrice, Mara Carfagna, che viene accusata di essere la persona meno adatta per parlare di violenza sulle donne. Mentre i deputati fanno arrivare nelle redazioni centinaia di dichiarazioni sul femminicidio dopo l’episodio di Corigliano Calabro, l’unico posto dove dovrebbero essere è vuoto. O quasi.
Scene surreali da Montecitorio. In programma ieri alla Camera c’era la discussione sulla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla violenza nei confronti delle donne. Tema attualissimo, purtroppo, sul quale i politici fanno a gara per intervenire. Lo hanno fatto anche in queste ore. Eppure l’aula nella quale avrebbero dovuto essere per fare qualcosa che vada al di là delle parole, era semideserta. Pochissimi gli onorevoli presenti. Sia durante la discussione sia, poco prima, durante la commemorazione con un minuto di silenzio di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa dal fidanzatino venerdì scorso. Nell’emiciclo c’erano soltanto il presidente della Camera, Laura Boldrini, la relatrice del ddl di ratifica Mara Carfagna, i deputati del Movimento Cinque Stelle e pochi altri. Un assenteismo che ha fatto stizzire la presidente: «Spiace che l’aula sia così vuota. Noi comunque continuiamo il nostro impegno e i nostri lavori», ha detto sospirando. E la scarna platea ha applaudito, probabilmente in segno di accordo.
Laura Boldrini, ricordando Fabiana, ha invitato a non «assuefarsi all’orrore della violenza travestita d’amore», auspicando che «si arrivi subito alla ratifica e alle leggi necessarie per la sua rapida attuazione» ma, ha aggiunto, «nessuna violenza può essere debellata se non ci si libererà da concetti come subalternità e possesso». Per questo, ha concluso, «la Convenzione fa un passo in più: per la prima volta la violenza contro le donne viene incardinata nell’ambito della violazione dei diritti umani. Ovvero dei diritti fondamentali della persona».
E di cambiamento di mentalità ha parlato anche la relatrice del disegno di legge ed ex ministro alle Pari Opportunità . «La ratifica della Convezione di Istanbul — ha spiegato Carfagna — è un’occasione da non perdere per contrastare il fenomeno della violenza nei confronti delle donne in un’ottica globale, anche attraverso la promozione di un cambiamento culturale poiché è ormai innegabile che la violenza sulle donne affonda le sue radici in una cultura dominante e profondamente indifferente o addirittura ostile ad una piena uguaglianza tra uomini e donne». Relazione «dettagliata» che ha ricevuto in complimenti di Boldrini ma che non ha salvato la Carfagna dalla polemica. E non tanto per quello che ha detto. La deputata 5 Stelle, Carla Ruocco, pochi minuti dopo l’intervento del portavoce Pdl, ha scritto sul suo profilo Facebook: «La Carfagna (sì, la Carfagna)… ha appena letto, dinanzi ad un’aula vuota, eccetto noi del 5 Stelle, una relazione sulla violenza sulle donne in cui incitava, tra l’altro, la tv a non strumentalizzare il corpo femminile… Ma è quella stessa Carfagna? Sarà per questo che le sue colleghe pdelline sono tutte assenti??? Per non assistere a questa pagliacciata?». Dura la replica dell’ex ministro: «Un deputato può fare proposte, dare il suo contributo, se ha qualcosa da dire. Oppure può scegliere, come ha fatto una parlamentare del M5S, di divertirsi su Facebook, scrivendo imbecillità . Spesso la violenza contro le donne nasce proprio dall’atteggiamento di altre donne che usano metodi ignobili e infamanti. La migliore risposta sarà l’approvazione della legge». Oggi pomeriggio c’è il voto in diretta televisiva. Forse l’emiciclo sarà un po’ più popolato.
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