by Sergio Segio | 6 Maggio 2013 7:31
ROMA — «Basta usare il corpo delle donne per pubblicizzare qualsiasi prodotto. Bisogna porre dei limiti agli spot. Le grandi multinazionali mercificano in Italia come non potrebbero fare in Europa. Così da noi passa il messaggio che la donna è solo un oggetto e con un oggetto si fa quello che si vuole. La violenza è solo ad un
passo». Perché un oggetto lo si getta quando non piace più, si elimina quando non è come si desidera. Come Ilaria, Alessandra , Letizia e Maria, uccise senza un perché, massacrate per aver reagito. Considerate da mariti, padri, ex compagni o sconosciuti come oggetti di cui disporre, padroni di vita e morte.
Nei giorni della violenza e del sangue, Laura Boldrini presidente della Camera si schiera con il ministro delle Pari Opportunità Josefa Idem e la sua idea di una task force tra ministri per combattere il femminicidio. «Perché troppe donne sono oggetto di violenza dalla famiglia al web».
E allarga il tiro. Chiede più lavoro per le donne, tra le ultime in Europa visto che nel nostro paese hanno un posto solo nel 47% dei casi,. Chiede più lavoro in generale «perché la violenza cresce quando gli uomini perdono il posto e il loro ruolo». Chiede di puntare sulla scuola, «perché l’educazione e il rispetto partono da li».
Intanto si moltiplicano le firme sul sito di «Ferite a morte» per chiedere gli Stati generali contro violenza, per chiedere al governo un intervento immediato sul tema. Hanno aderito da Adriano Celentano a Matteo Renzi, da Luciana Littizzetto a Claudia Mori da Giovanni Malagò a Paolo Sorrentino. Mentre Lella Costa propone lo sciopero delle donne per smuovere stato e coscienze. «Cosa accadrebbe se le donne per protesta contro la violenza che le vede vittime smettessero per 24 di fare tutto quello che fanno abitualmente tra casa, lavoro, famiglia? Un paese paralizzato, ecco cosa accadrebbe ».
E un richiamo al paese arriva ancora dal presidente della Camera Laura Boldrini. «Lo stato deve rendersi conto che c’è un escalation nella violenza alle donne. Non è tutta una questione di leggi ma anche di leggi. Quando ci sono aggressioni con uno sfondo discriminatorio, questa è una aggravante e il legislatore deve poter intervenire. Le donne vengono uccise perché donne. Omofobia, sessismo, violenza sulle donne hanno la stessa matrice ». Per questo, assieme a Paola Concia del Pd da piazza san Marco a Venezia, ha auspicato che divenga “aggravante” la violenza contro una persona di diverso orientamento sessuale. La legge sull’omofobia rimasta da anni lettera morta.
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