Al ministero dell’Economia torna la squadra di Ciampi
ROMA — La nomina non è ancora ufficiale, ma nello stesso giorno in cui il Consiglio dei ministri gli assegnava i nuovi viceministri e sottosegretari, il responsabile dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha scelto il suo primo collaboratore. A via XX Settembre, alla guida della segreteria tecnica del gabinetto tornerebbe infatti Francesco Alfonso, 65 anni, oggi consigliere della Corte dei Conti, storico e strettissimo collaboratore di Carlo Azeglio Ciampi dai tempi della Banca d’Italia fino a quelli del Quirinale. E’ la prima pedina della squadra dei collaboratori più diretti che il neoministro sta mettendo in piedi in queste ore, e che potrebbe essere affidata alla guida di Paolo De Ioanna, un altro vecchio collaboratore di Ciampi.
Capo di gabinetto al Tesoro con Carlo Azeglio Ciampi tra il 1996 ed il 1999, poi segretario generale di Palazzo Chigi nel governo D’Alema, De Ioanna era tornato come capo di gabinetto all’Economia tra il 2006 ed il 2009 con il ministro Tommaso Padoa Schioppa, altro ex Bankitalia. Nella cui squadra, per giunta, c’era lo stesso Francesco Alfonso.
Nessuno dei componenti dello staff di Vittorio Grilli all’Economia, che sono già formalmente decaduti con il termine del mandato del ministro, dovrebbe rimanere. Il capo di gabinetto, Vincenzo Fortunato, indicato in una delle ultime nomine di Grilli alla presidenza della Sgr che gestirà il fondo delle dismissioni immobiliari, tornerebbe alle Infrastrutture (dove ha già lavorato con Antonio Di Pietro, prima di passare con Giulio Tremonti) con il neo ministro Maurizio Lupi. Il vice di Fortunato, Marco Pinto, ha già lasciato via XX Settembre ed è tornato a fare il notaio. Italo Volpe, capo dell’ufficio legislativo delle Finanze, dovrebbe approdare al vertice di una delle strutture tecniche dei Monopoli di Stato.
Fatta la squadra dei suoi diretti collaboratori, Saccomanni dovrà eventualmente confermare i dirigenti generali ed i capi dei dipartimento del superministero, la cui struttura di vertice, come tutte, è soggetta al meccanismo dello spoil system, che funziona con una sorta di «silenzio-rifiuto». Entro trenta giorni il nuovo ministro dovrà infatti esplicitamente confermare chi vorrà mantenere al suo posto, mentre per tutti gli altri il rapporto di lavoro si intende risolto. Dovranno essere confermati dirigenti del calibro del direttore del Tesoro, Vincenzo La Via, della Ragioneria, Mario Canzio, delle Politiche fiscali, Fabrizia Lapecorella, del Personale, Giuseppina Baffi.
Nomine nelle quali saranno decisivi anche gli orientamenti dei partiti, che hanno intanto designato nei sottosegretari appena nominati dal Consiglio dei ministri rappresentanti esperti e di notevole calibro politico. Come Stefano Fassina, responsabile economico del Partito democratico, e Luigi Casero del Pdl, lunghissima esperienza parlamentare e già sottosegretario all’Economia nell’ultimo governo Berlusconi, che avranno anche la qualifica di vice ministri, ed avranno la delega su due aree importanti del dicastero. Probabilmente a Fassina sarà attribuita la responsabilità delle Finanze, quindi del fisco, mentre Casero avrà competenza sul Tesoro. Tra i sottosegretari anche altri due politici di peso come Alberto Giorgetti, ex An e ora Pdl, già sottosegretario anche lui all’Economia nel 2008, e Pierpaolo Baretta, Pd, ex sindacalista Cisl, l’uomo delle mediazioni, che con Renato Brunetta riscrisse l’ultima finanziaria del governo Monti e che oggi si dice possibilista su un accordo Pd-Pdl sull’Imu.
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