Aiuti di Stato, Psa nel mirino della Ue

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TORINO — L’Unione europea mette sotto osservazione la decisione della Francia di garantire fino a sette miliardi di euro i prestiti della Psa (Peugeot-Citroen) e di fornire alla casa automobilistica sovvenzioni per 86 milioni. «Si tratta di capire – dicono a Bruxelles – se la scelta del governo di Parigi è coerente con le regole in materia di aiuti di Stato». Non è la prima volta che Parigi prende decisioni a vantaggio dei costruttori d’Oltralpe. Nel 2008, all’inizio della crisi, il governo francese aveva destinato ai due costruttori (oltre a Peugeot anche Renault) sovvenzioni alla ricerca che si aggiravano intorno ai sei miliardi di euro. Azioni di tutela dei costruttori di casa che finiscono inevitabilmente per turbare il sistema della concorrenza in Europa. Anche perché ci sono Paesi come l’Italia che negli ultimi hanno seguito la linea opposta negando aiuti diretti ai costruttori di casa proprio invocando il principio di libera concorrenza. All’inizio della crisi era stato Sergio Marchionne, nella sua veste di presidente dell’associazione dei costruttori del Vecchio continente, l’Acea, a proporre un piano comune di interventi a tutti i Paesi che ospitano stabilimenti dell’automobile, proprio per evitare la guerra dei sussidi di stato. Ipotesi che non era stata presa in considerazione per l’opposizione dei tedeschi che ritenevano la loro industria automobilistica immune dalla crisi. Oggi invece, quando la crisi comincia a mordere anche i produttori automobilistici di Berlino, l’aiutino francese non è passato inosservato. Ora il commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, vuole verificare la compatibilità  del sostegno e precisa che l’apertura dell’indagine «consentirà  anche alle parti interessate di presentare le loro osservazioni».
La necessità  di evitare protezionismi di stato è più forte quando il mercato crolla. Come sta accadendo in Italia. I dati diffusi ieri dicono che ad aprile il calo è stato del 10,83 per cento a 116.209 auto immatricolate. «Con questo ritmo – calcola il Centro studi Promotor di Bologna – il 2103 si concluderebbe con 1.247.500 auto vendute, la metà  di quelle del 2007». Del calo generale delle vendite in Italia fa le spese il gruppo Fiat che scende del 14,4 per cento e riduce la quota dal 31,4 al 30,2 per cento. Nel
primo quadrimestre dell’anno la quota Fiat in Italia è invece salita dal 28,7 al 29,3. Il Lingotto segnala comunque la buona performance di Panda, Punto, Ypsilon e 500 che sono in testa alla top ten dei modelli più venduti.
Il gruppo di Torino ha ottenuto ieri dalla Regione Piemonte una ulteriore proroga della cassa integrazione per Mirafiori escogitando una modifica alla motivazione per la quale viene chiesta: non più per ristrutturazione ma per riorganizzazione. Fim, Uilm e Fismic hanno firmato la cassa mentre la Fiom non ha sottoscritto. Nelle ultime ore gli stabilimenti Maserati di Grugliasco e altre fabbriche di assemblaggio in Polonia sono rimaste bloccate per la decisione di un fornitore di ridurre l’attività  lavorativa per mancanza di commesse. Il blocco coinvolge direttamente e indirettamente circa 4.000 dipendenti del gruppo.


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