Terra Futura: la sostenibilità tra alternative possibili e percorsi obbligati
Nata all’indomani della prima edizione del Forum Sociale Europeodel 2002, Terra Futura ne ha raccolto il testimone, alimentando negli anni il dibattito su un modello diverso di sviluppo e avanzando proposte concrete per nuovi modi di vivere e governare.
“Sono trascorsi 10 anni dalla prima edizione di Terra Futura – ci ha spiegato Andrea Baranes presidente della Fondazione culturale Responsabilità Etica – un’intera epoca se guardiamo al mondo di un tempo a confronto con quello di oggi, eppure già allora alle pericolose illusioni del liberismo europeo avevamo proposto delle alternative buone e soprattutto possibili negli ambiti più diversi: dall’ambiente, ponendo l’accento sul pericolo del cambiamento climatico, alla finanza, anticipando provvedimenti necessari (ma ancora tutt’altro che definiti) come la Tobin Tax, fino alla proposta di cominciare ad adottare nuove pratiche nel consumo, nel commercio, nelle relazioni, nell’abitare e in molti altri settori”. Ma agli inizi degli anni ’90 eravamo, secondo molti, dentro un sistema economico e finanziario capace di evitare le crisi e di garantire una crescita infinita della ricchezza per l’intero pianeta. In realtà “la crescita infinita dei consumi in un pianeta di dimensioni finite era già allora un evidente non-senso” ed oggi è sempre più “necessario costruire un diverso modello di sviluppo perché quello attuale sta implodendo, trascinandoci in un gorgo di povertà , squilibri economici, disuguaglianze, insostenibilità ambientali e incertezze sul futuro” ha puntualizzato Baranes.
Come? Proprio condividendo l’urgenza evidenziata da “Firenze 10+10” di modellare su nuove forme la democrazia europea, Terra Futura sceglie di mettere al centro di questa edizione il profondo bisogno di rifondare la governance di un’Europa, per ridarle credibilità e legittimazione. Nel documento condiviso che riassume la visione politica dei partner di Terra Futura si chiede, infatti, “un’altra Europa: più sociale, più democratica, capace di comprendere le dinamiche generate dalla globalizzazione e di essere all’altezza dei problemi e delle nuove sfide”. Di fronte all’incapacità del mondo politico di comprendere e rappresentare i bisogni e le richieste dei cittadini, si acuisce la crisi di democrazia e di rappresentanza, a tutti i livelli, dalla società civile agli Enti Locali, dalle istituzioni europee a quelle internazionali cresce pericolosamente la distanza tra le persone e i rappresentanti eletti. “Un drastico cambiamento di rotta è tanto urgente quanto necessario e porterebbe dei benefici in tutti gli ambiti in cui la crisi si manifesta, ma – per Baranes – deve nascere da un cambiamento culturale capace di superare il pensiero unico in base al quale i mercati si auto-regolano e la crescita del PIL è l’unico fine. Per cambiare strada è ora di riconoscere una volta per tutte che il dogma economico neoliberista ha miseramente fallito e che è necessario un nuovo modo di pensare prima ancora che un nuovo modo di agire e di organizzarsi”.
Oggi il gigantesco squilibrio tra l’Europa dei mercati e dei capitali si rispecchia anche nella non-Europa dei diritti e dei cittadini e mette a rischio l’intero progetto europeo che, come dice il titolo dell’edizione del decennale di Terra Futura, deve andare “oltre la crisi per una nuova Europa”. Un obbiettivo ambizioso, ma possibile. Ricca di un patrimonio di 10 anni di dibattito culturale, di scambio e diffusione di percorsi e buone prassi, nella costruzione continua di alleanze tra i diversi attori della sostenibilità , Terra Futura oggi non è più solo la mostra convegno di “best practices” spesso liquidate come nicchie impossibili quali basi di un diverso sistema di sviluppo. “Oggi molte di queste proposte, tanto sul piano teorico quanto pratico, si rivelano percorsi obbligati, più che alternative possibili di una minoranza sostenibile” ha precisatoBaranes. E a parlare non sono solo i nuovi stili di vita che si vanno diffondendo in Italia e in Europa, ma anche i numeri di Terra Futura. Nel 2012 sono stati oltre 80mila i visitatori, 550 le aree espositive e oltre 4.000 gli enti rappresentati tra associazioni, reti e movimenti, cooperative, istituzioni e imprese eticamente orientate. 250 sono stati gli appuntamenti culturali, 1.000 i relatori, 230 le proposte di laboratori, animazione e mostre; 600 gli incontri della “Borsa delle imprese responsabili”, a cui hanno partecipato oltre 120 realtà provenienti da tutto il mondo.
Così anche quest’anno produttori, prodotti, progetti e percorsi, per lo più nati dal basso, saranno i veri protagonisti dell’ampia rassegna espositiva, organizzata secondo 12 diverse sezioni tematiche per offrire ai visitatori un panorama completo di tutte le novità nel campo delle buone pratiche di vita, di governo e di impresa all’insegna della sostenibilità e che accompagneranno nella tre giorni fiorentina il programma culturale, che come ogni anno si distingue per l’attualità dei temi trattati, e per gli ospiti di rilievo che interverranno a seminari, convegni e dibattiti.
Fondamentale per Terra Futura, e il suo ingresso libero all’area espositiva e agli appuntamenti culturali, sarà anche quest’anno la partecipazione e la sempre più diffusa consapevolezza tra i cittadini della possibilità di un effettivo cambiamento. Per Baranes infatti “le soluzioni non verranno dall’alto, come in questi anni si è reso evidente. Sarebbe miope non vedere che le regole del gioco e le condizioni quadro in Europa e negli stati nazionali rivestono una grande importanza nel delimitare i nostri margini di azione. L’Europa deve sempre di più diventare uno spazio animato e riconquistato dalle nostre azioni e dalle nostre relazioni, in una solidarietà di intenti e nella condivisione di un unico destino. Dal mondo politico ci aspettiamo che torni ad ascoltare e a rappresentare i bisogni e le richieste dei cittadini, frenando la spaventosa crisi di democrazia e rappresentanza che sta dilagando da anni a tutti i livelli”.
Del resto far crescere in ciascuna comunità questa concreta solidarietà di intenti e di destino europeo è anche l’unico vero antidoto alla divisione, alla competizione, al risorgere di barriere e di conflitti, ed è “l’unica protezione possibile ai diritti fondamentali che, se non sono di tutti, non sono di nessuno” ha concluso Baranes ricordando l’importanza dell’Europa e dei suoi cittadini in esperienze come quella legata all’Iniziativa dei Cittadini Europei, il nuovo strumento entrato in vigore ad aprile del 2012 che consente ai cittadini ed alle organizzazioni della società civile di proporre alla Commissione Europea un’iniziativa legislativa. Per questo di fronte a un orizzonte europeo sempre più aperto e condiviso Terra Futura rimane un progetto prezioso e insostituibile per pensare ad un’altra Italia ed ad un’altra Europa. Una prospettiva non solo possibile, ma ormai obbligata.
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