by Sergio Segio | 19 Aprile 2013 8:49
“La crisi dell’Eurozona ha messo in evidenza come sia di vitale importanza la gestione delle diverse sovranità ” afferma Boeri. Alcuni problemi locali, dall’inquinamento atmosferico alla crisi finanziaria, non possono essere affrontati senza cedere pezzi di sovranità a un livello superiore. Dall’altro lato quali sono le competenze nazionali e persino locali da salvaguardare?
“Il tema del rapporto fra i singoli governi nazionali e l’Europa ha fatto irruzione più volte nella vita politica ed economica del nostro Paese” continua il direttore del Festival. “C’è chi come Mario Monti è stato penalizzato dall’appoggio di alcune istituzioni europee e politici che hanno detto di aver le mani legate sulle politiche economico-finanziarie perché c’è qualcun altro che decide per noi. Ovviamente sono posizioni estreme ma ci fanno capire come il tema sia scottante”.
Mentre a Roma il Parlamento era intento alla prima votazione per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, a Milano sono stati anticipati i principali relatori dell’edizione 2013: ad aprire e chiudere saranno due premi nobel dell’Economia: Michael Spence parlerà del “governo della catena produttiva globale” e James Mirrlees smonterà il “dogma” euro aprendo il dibattito sul senso o meno della sua sopravvivenza.
A parlare saranno soprattutto marcoeconomisti, anticipa il direttore della kermesse economica. Ma anche esperti di diritto e istituzioni come Giuliano Amato e Stefano Rodotà (sempre se non verranno chiamati a più prestigiosi incarichi). E politici di altri Paesi che hanno vissuto sulla propria pelle la crisi e il problema della sovranità , come George Papacostantinou, ex ministro delle finanze greco. Sarà un’edizione ancor più internazionale: i relatori di altri Paesi saranno più di quelli italiani. Tra le novità di quest’anno ci saranno il cinema e il teatro con “CinEconomia”, una selezione di tre pellicole che posso offrire suggestioni sull’economia e la recitazione di testi della letteratura e del pensiero economico al Teatro Sociale di Trento.
Il Festival continuerà nelle piazze a Trento e Rovereto con informazione, approfondimenti ed eventi dedicati agli studenti e laboratori creativi per i più piccoli. Come ogni anno Unimondo[1] seguirà attentamente il Festival.
“Il festival è un’occasione di dibattito che il Trentino vuole offrire al Paese” ha detto Alessandro Olivi, assessore all’industria della Provincia autonoma di Trento. “Questo contributo dimostra che per noi l’autonomia è un luogo di buone pratiche da esportare e non certo autarchia e isolamento”.
Da un sondaggio commissionato a Doxa e servizio statistica della Provincia emerge come il 12,8% degli intervistati (6.007 italiani dai 15 ai 65 anni) conosca la kermesse. Il dato è doppio rispetto al festival del diritto di Piacenza ma inferiore rispetto al risultato del festival della filosofi di Modena e quello della scienza di Genova, che però sono rispettivamente all’undicesima e decima edizione. In Trentino la notorietà del Festival è di gran lunga superiore (79,6%).
Emanuela Citterio[2]
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