SAVIANO: “COCAINA LEGALIZZATA CONTRO I NARCOS”

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Una lunga inchiesta dedicata alla cocaina, iniziata quando Gomorra veniva già  classificato come bestseller ma non era ancora un fenomeno da dieci milioni di copie. Ovvero, cinque mesi dopo quella sorprendente uscita. Lo ha rivelato lo stesso Saviano nello speciale di Repubblica Tv con cui ieri ha presentato in anteprima il suo nuovo libro, in una diretta seguita sul sito e sul canale 50 del digitale terrestre. Durante la quale ha fatto una proposta shock: «Per annientare il mercato della cocaina c’è una sola soluzione, oramai ne sono convinto: legalizzare, vendere in farmacia. Mi fa schifo, ma secondo me è l’unica strada possibile». L’idea alimenterà  polemiche, ma è frutto di un ragionamento approfondito oltre che nel libro, anche ieri in studio grazie alle testimonianze di magistrati (Grasso, Pignatone, Prestipino, Ingroia), detective (il capo della Squadra mobile di Roma Cortese, il comandante dei Ros Parente), racconti dei giornalisti di Repubblica esperti di mafie e narcotraffico (Bolzoni, Mastrogiacomo, Colaprico, Lugli, Berizzi, Tizian). Live che ha preceduto l’incontro serale fra Saviano e pubblico nella libreria Feltrinelli di via Appia a Roma – e ancora in streaming su Repubblica.it – dalle 22 alla mezzanotte inoltrata, aspettando il primo minuto del nuovo giorno per tornare a casa con un racconto dal vivo dell’autore e una copia (magari con autografo) di Zero Zero Zero in mano.
«Ho cominciato a voler indagare il mondo della cocaina pochi mesi dopo essere finito sotto protezione». Appena chiaro che sarebbe stato troppo difficile, appunto. Perché con la scorta, nell’ottobre del 2006, all’improvviso l’esistenza è diventata blindata. Rovesciata. Scura. Gli altri, tutti, lontani. Ma la voglia di capire è cresciuta. «È stato come essere attratto dalla merce delle merci. La cocaina non è semplicemente una droga. È un’aggiunta alla vita quotidiana, una sostanza performativa che ti permette di operare, guidare, studiare. Oppure sballarti. Quindi è una droga che aggiunge alla tua vita quotidiana qualcosa. E che può distruggerti, ovviamente». Un mondo che va indagato. «Anche perché fa impressione scoprire le quantità  di denaro che muove. Se avessi investito mille euro in azioni Apple quando questa ha prodotto l’iPad, in un anno mi sarei ritrovato 1.600 euro in tasca. Investendo la stessa cifra in coca, dopo dodici mesi ne avrei avuti 160mila, di euro».
Da qui una ricerca «ossessiva, per capire e spiegare perché il 97 per cento dei soldi accumulati dal narcotraffico vengono riciclati nelle banche americane», andando alla radice di un fenomeno che in pochi anni, gli ultimi, ha stravolto le mappe del crimine, mantenendo le sue basi nelle coltivazioni di droga in Sudamerica ma trovando le sue menti in Calabria, nelle famiglie di ’ndrangheta.


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