Primo dossier, abolizione dell’Imu sulla prima casa

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ROMA — I maggiorenti del Pdl e del Pd sono soddisfatti. A loro dire il premier incaricato avrebbe accolto, ameno nelle loro grandi linee, tutte le loro richieste di politica economica. A cominciare dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa con tanto di restituzione della tassa versata l’anno scorso, come assicurano dal quartier generale del partito di Silvio Berlusconi. Anche se Enrico Letta alzerà  il velo sul programma economico del suo nuovo governo solo all’inizio della prossima settimana, forse lunedì.
Le attese, non solo quelle dei partiti politici che hanno trattato il loro appoggio all’esecutivo, sono molto alte. Confindustria, i sindacati (tranne la Cgil che aspetta il programma di governo) e Rete Imprese con il presidente Carlo Sangalli, che chiede di «fare presto perché le imprese sono al collasso», hanno salutato tutti con soddisfazione la nuova squadra, e hanno subito chiesto a Letta azioni per stimolare la crescita. Resta alta, però, anche l’attenzione delle istituzioni internazionali e dei mercati.
Per finanziare alcune spese che già  da quest’anno non avranno più copertura in bilancio servono 4-5 miliardi, per sgombrare il campo dall’Imu, dall’Iva e dalla Tarsu ne potrebbero servire da un minimo di cinque fino a venti miliardi. Cui si deve aggiungere il costo del nuovo programma di governo concordato con i partiti: tra 2 e 4 miliardi per il credito d’imposta sulle assunzioni, il rilancio degli investimenti, il sostegno alle fasce deboli della popolazione e alle imprese.
Il conto oscilla tra un minimo di dieci ed un massimo di trenta miliardi, che devono essere recuperati nel bilancio, perché oggi non ci sono. Quattro miliardi potrebbero arrivare da una nuova tornata di revisione della spesa, altrettanti da giochi, lotterie e nuove imposte su alcolici e sigarette. Tra le possibili fonti di finanziamento della manovra che il nuovo premier sta già  considerando potrebbero esserci anche nuovi risparmi sulla spesa sanitaria, con una rimodulazione dei ticket, che potrebbero essere scalettati in funzione del reddito.
Un altro importante margine di manovra potrebbe derivare da una trattativa con l’Unione Europea per alleggerire i vincoli di bilancio. La Spagna ha appena ottenuto due anni in più di tempo per riportare il deficit sotto il 3%. L’Italia potrà  giocare le sue carte e far sentire la sua voce, ma dovrà  prima confermare l’affidabilità  raggiunta negli ultimi mesi e consolidare i progressi. I mercati per ora hanno salutato bene la nascita del governo. Anche se il primo vero test con i mercati ci sarà  lunedì con l’asta dei Bot.


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