by Sergio Segio | 19 Aprile 2013 7:53
GERUSALEMME. «Cerchiamo giovani audaci, intelligenti, creativi che amino le sfide, pronti ad avventure oltreoceano. Sei hai valore, intelligenza e abilità mentale, puoi realizzare il sogno di compiere una missione nazionale e personale». È questo il messaggio centrale della vasta campagna di arruolamento lanciata su siti web israeliani e social network dal Mossad, il servizio segreto israeliano, che cerca nuove reclute da avviare nel “mondo delle ombre” dove serve «carisma, capacita di leadership, e fascino ».
La racconta un po’ troppo in stile hollywoodiano il Mossad per attirare aspiranti 007 nella sua campagna pubblicitaria che si intitola “Con nemici come questi, abbiamo bisogno di amici”, ma è evidente che anche il mondo dello spionaggio ha bisogno di messaggi accattivanti.
I posti disponibili per uomini e donne riguardano incarichi diversi, ed è possibile presentare candidature per un massimo di tre offerte di lavoro. Ma c’è certamente meno fascino e glamour vedendo le posizioni vacanti. L’Istituto per l’intelligence e i servizi speciali è alla ricerca di persone altamente qualificate che siano veterani delle unità di intelligence dell’esercito israeliano, persone che parlino lingue straniere — in particolare il persiano e l’arabo — , insegnanti di lingue straniere, specialisti nell’hi-tech, chimici, tecnici scientifici, graphic-designer, avvocati, psicologi, ma anche un magazziniere e un falegname.
Accolti con favore gli aspiranti con doppia cittadinanza e doppio passaporto.
Il Mossad è una delle agenzie di intelligence più famose al mondo. I suoi numerosi successi gli hanno procurato una solida reputazione di efficienza, spesso ingigantita dai mass media e resa mitica dagli arabi che tendono a enfatizzare le risorse del nemico. Due anni fa il governatore del Sud Sinai accusò lo spionaggio israeliano di aver addestrato pescecani per attaccare i turisti nei resort sul Mar Rosso per far fallire l’industria turistica egiziana. La notorietà dell’Istituto è tale che spesso le sue imprese sono oggetto di romanzi e film di spionaggio. Ma negli anni non è sfuggito a grandi fiaschi e disfatte,
che però non hanno intaccato il mito della sua efficienza. L’operato del Mossad resta il più efficace baluardo contro la minaccia nucleare iraniana.
La sede ufficiale dell’Istituto è a Tel Aviv, dove la sua torre di comunicazione svetta su ogni altra costruzione: la chiamano “il dito di Dio”, perché “Dio” è anche il soprannome del Mossad nel linguaggio di strada. A dispetto di quel che si crede fra le tre agenzie che si occupano di sicurezza in Israele — lo Shabak (meglio noto come Shin Bet), competente per la sicurezza interna dello Stato, e l’Aman, quello militare — è quella meno numerosa. I dipendenti ufficiali dell’Istituto fondato da David Ben Gurion nel 1949 sono poco meno di 2mila — anche se stime ufficiali non ce ne sono — organizzati in sei diversi dipartimenti, fra cui le Operazioni Speciali, da cui dipendono le Kidon (baionette), le micidiali unità di eliminazione. Un tempo la parola Mossad non si poteva scrivere sui giornali per non incappare nella censura e il nome del suo “ramsad”, capo, poteva essere indicato soltanto come “Mr. M.”. Adesso gli si può mandare una e-mail.
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