Merkel e le attiviste in topless Doppio assedio allo zar Putin

by Sergio Segio | 9 Aprile 2013 7:14

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BERLINO — Una frase un po’ da «macho», in linea con il suo personaggio, l’ha detta quando ha sostenuto di non aver nemmeno notato se quelle «belle ragazze» erano «bionde o brune». Ma Vladimir Putin è riuscito a nascondere con un certo stile la sua irritazione per la protesta delle quattro militanti del gruppo Femen che si sono lanciate a seno nudo contro di lui, il petto dipinto con lo slogan «Fuck Dictator». «La loro azione mi è piaciuta, anche se non ho capito bene quello che urlavano, perché gli agenti della sicurezza, che potevano essere più gentili, hanno fatto un buon lavoro», ha commentato. Si è dimostrato ancora una volta un grande attore, non solo un leader abituato a prove ben più difficili. In effetti, lo si vede sorridere anche nelle fotografie in cui Angela Merkel, che era al suo fianco, appare completamente sorpresa, un po’ imbarazzata. La cancelliera si è poi salvata dicendo che la Germania è un Paese libero dove si può manifestare, anche se andrebbero naturalmente rispettate alcune regole. Lui, intanto, continuava a esibire un ghigno soddisfatto.
Ha vinto lui o hanno vinto loro? Cero, le ragazze di Femen sono state molto brave a farsi largo mentre Putin e la padrona di casa visitavano ieri i padiglioni della Fiera di Hannover. È stata una delle tante clamorose azioni compiute recentemente — contro la Russia e non solo — dopo il processo al gruppo punk-rock femminista della Pussy Riot. Slogan e urla prima di essere messe fuori combattimento dai poliziotti tedeschi e dai gorilla del Cremlino. «Non è stato niente di terribile, anche se sarebbe meglio avere i vestiti quando si vuole discutere problemi politici», ha detto ancora l’ex capo del Kgb nella successiva conferenza stampa. Meno olimpico di lui, il suo portavoce, Dmitry Peskov, che ha parlato di episodi di «ordinario teppismo che andrebbero puniti».
Il blitz di Fenem non è stata comunque l’unica contestazione contro il leader del Cremlino nella breve tappa in Bassa Sassonia. E altre lo hanno poi accolto ad Amsterdam, dove è arrivato ieri sera, soprattutto di associazioni per i diritti dei gay. Lui ha ribattuto che «in Russia non esistono discriminazioni contro le minoranze sessuali». Tornando alla Germania, la recente decisione di dare corso alle disposizioni liberticide previste dalla legge contro le organizzazioni non governative straniere ha dato valide ragioni in più alla mobilitazione di Amnesty International e di altri gruppi umanitari. Nei giorni scorsi le fondazioni Adenauer (vicina alla Cdu) e Ebert (il think-tank della Spd) sono state perquisite e setacciate a Mosca, perché ritenute covi di «agenti stranieri». Putin ha ribadito che è necessario «controllare i flussi finanziari dall’estero di gruppi che fanno attività  di politica interna», mentre la cancelliera ha replicato che bisogna permettere a queste organizzazioni di lavorare liberamente perché sono un «motore dell’innovazione».
Una tesi, questa, che non piace al presidente russo, secondo il quale, per esempio, i fondi Ue destinati a quelli che ritiene i suoi nemici interni potrebbero essere usati per aiutare Paesi come Cipro. Opinioni differenti, quindi, sia su questo tema come sulla crisi siriana. Preoccupazioni comuni, invece, per l’escalation delle provocazioni nord-coreane. «Un conflitto nucleare — ha avvertito — farebbe apparire Chernobyl come una favola per bambini».
Paolo Lepri

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