«Omicidio di Stato», i funerali di Civitanova

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La presidente della Camera è arrivata a rendere omaggio – anzi, più correttamente, a chiedere scusa a nome del «palazzo», a metterci la faccia nel momento peggiore – per Romeo Dionisi e Anna Maria Sopranzi, ammazzati dalla crisi con un cappio intorno al collo, più Giuseppe, fratello di lei, che si è gettato tra le onde del mare dopo aver appreso la notizia.
«Faceva meglio a non venire», avrebbe detto la sorella di Romeo. «I giovani muoiono di fame», «Non ce la facciamo più», scandisce la gente a gran voce, al passaggio della terza carica dello Stato. Laura Boldrini spiega così il senso della sua visita a Civitanova: «Ci tenevo a essere qui, è una tragedia immensa. Sarebbe troppo comodo, e per quanto mi riguarda inaccettabile, scegliere di essere presenti soltanto dove è garantito l’applauso. Bisogna stare vicini alle persone e passare ai fatti, dando risposte ai bisogni concreti. Non immaginavo che oggi in Italia ci fosse tanta povertà , tanto bisogno delle cose essenziali».
D’altra parte, lei, maceratese di nascita e marchigiana per devozione, è stata eletta proprio qui alla Camera, nelle liste di Sel, e la domenica di Pasqua ha scelto la mensa dei poveri di Ancona per il tradizionale pranzo del giorno di festa. Non è tanto la sua presenza a stonare, quanto l’assenza degli altri onorevoli eletti nella lingua di terra tra Pesaro e Ascoli.
Prima dei funerali, in tanti manifestano il proprio sconcerto. «Inutile girarci intorno – dice Giuseppe Giudici, cognato di Romeo, davanti all’obitorio -, li ha uccisi l’Inps, ma anche Equitalia. Insomma, lo Stato. Avevano paura di chiedere aiuto, erano terrorizzati».
E allora emergono altri particolari drammatici di una vita arenata: Dionisi, operaio edile a partita Iva, doveva versare contributi per 700 euro mensili, nella speranza, un giorno neanche troppo lontano, di arrivare a ottenere una pensione. Sua moglie, unica fonte di reddito della casa, però, di euro al mese ne portava a casa 500. Alla fine, la soluzione che ha finito per trascinare a fondo la coppia è stata l’accensione un mutuo per pagare le tasse. La cartella esattoriale della settimana scorsa si è rivelata la mazzata finale all’equilibrio precarissimo di Romeo e Anna Maria. Non si sono rialzati più, e hanno deciso di farla finita. Una notte di primavera, a luci spente, con una corda attaccata al soffitto del garage.


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