Lombardi, nuova gaffe della «cittadina» «Napolitano? Deve fare il nonno»

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ROMA — «Questo è davvero divertente, bravissimi!!!». Roberta Lombardi si entusiasma, scrivendolo su Facebook, per il video di Glob dall’icastico titolo «Roberta Lombardi picchia Vito Crimi». Ennesima variante sadomaso di un’infinita serie di divertissement sulla magica coppia a 5 Stelle. In poche settimane i due capigruppo hanno dato vita, involontariamente, a una sorta di sit-com in rete, culminata nel pezzo di Filippo Sensi, su Europa, nel quale lei, la signorina Rottenmeier, stizzita, rimetteva sugli scaffali del supermarket i prodotti acquistati da lui, l’orso Yoghi. Chi non si è divertito per nulla, a leggere le agenzie di stampa, dev’essere stato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Appena riabilitato da un insolitamente magnanimo Beppe Grillo, uso a definirlo Morfeo, il Presidente era stato di recente colpito a tradimento da Crimi, secondo il quale solo la verve dell’ex comico era riuscita a tenerlo sveglio nelle consultazioni. Ieri è arrivata l’ennesima battuta, subito ridimensionata e attribuita alla stampa malvagia. I cronisti d’agenzia la scrivevano così: «Da quello che ho visto del Presidente, penso abbia diritto alla sua vecchiaia, a fare il nonno. Lasciamolo andare, ha 87 anni. L’ha detto anche lui che vuole godersi la vecchiaia». Irrisione? Mancanza di rispetto? Per carità , solo la malizia dei cronisti poteva vedere «toni dispregiativi» inesistenti: «Non ho detto che deve fare il nonno. È stato lui a dire che voleva godersi la vecchiaia e i nipotini». In effetti, il titolo «Faccia il nonno», subito dilagato in rete, era una sintesi legittima ma sommaria. A suo conforto è arrivato subito il sigillo di Grillo, che dal blog l’ha difesa a spada tratta, rimandando alla smentita sulla tv ufficiale, la Cosa, unica verità  ammessa nel mondo a 5 Stelle.
Che ci sia un accanimento mediatico e satirico contro i neoparlamentari, e contro la Lombardi, bersagli di ironie tanto facili quanto talvolta gratuite, è possibile. Lei, di certo, non fa molto per suscitare le simpatie. Del resto fa parte di un Movimento che considera la stampa un ente pernicioso e inutile, da abolire. Crimi lo ha detto con una certa franchezza: «I giornalisti mi stanno veramente sul cazzo».
Non si può dire che lei sia ipocrita o freni la lingua. A suo tempo scrisse che «Grillo è supponente» e che «il suo metodo mi fa schifo». Più di recente, ha gratificato il «traditore» Giovanni Favia di un «cazzoncello». La «signora Rottenmeier» non si è fatta ben volere neanche da Bersani, quando ha buttato lì un umiliante «sembra di essere a Ballarò», dopo averlo costretto allo streaming tv. Ruvidezze politiche, che nella vita privata trascolorano in una dolcezza dissimulata. Come quando parla del suo «bellissimo pupo di 10 mesi». O come quando scrive della «cagnetta Mirtilla», con la quale ha «una comunicazione non verbale», «prezioso bagaglio di esperienze da reinvestire nel rapporto con un pupattolo in lallazione spinta».
Appassionata di immersioni sub, le ha rimpiante quando il giovane ed esuberante Adriano Zaccagnini l’ha attaccata con durezza. Una parte dei suoi era pronta a firmare una mozione di sfiducia, stufa del suo cà´té Rottenmeier. Ma la capogruppo gode della fiducia di Grillo e Casaleggio e lavora instancabilmente, assumendo su di sé un carico per nulla facile: quello di un Movimento che vorrebbe redimere il mondo, a cominciare dal Parlamento, ricettacolo di nefandezze e sentina di ogni vizio.
La foga a volte non giova. Così le capita di scivolare nell’elogio di un presunto fascismo originario, dall’«altissimo senso dello Stato». L’impeto purificatorio, lo slancio igienico contro il «fetore dei partiti», la portano a lanciare l’idea di rendicontare persino le caramelle. Ieri, l’ultima proposta. Sostituire il nome di Pinuccio Tatarella dalla Sala a lui dedicata con quello di «Angelo Siani, giornalista ucciso dalla camorra». Finalmente un cronista che non diffama i 5 Stelle. Però è morto e non si chiamava Angelo ma Giancarlo.


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