«Non serve una nuova manovra»

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DUBLINO – «Se sono preoccupato per l’Italia? Spero che il paese abbia un governo il prima possibile». E’ il nuovo presidente dell’Eurogruppo, il ministro olandese Jeroen Dijsselbloem, ad esprimere l’auspicio al termine dalla riunione dei ministri dell’Economia e delle Finanze dei 15 paesi dell’Eurozona che ieri ha Dublino ha preceduto l’avvio dell’Ecofin informale con la partecipazione dei ministri finanziari e dei governatori delle Banche centrale della Ue. Di Italia non si è però parlato nelle discussioni di Dublino, dove però a tarda sera il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli si è sfogato: noi non lasciamo buchi, ha rivendicato sostenendo che non si può affermare che c’è l’esigenza di una nuova manovra. «Abbiamo un bilancio in pareggio», ha detto rilevando che toccherà  al prossimo governo eventualmente «rivedere le priorità  e in base a queste trovare le coperture».
Sull’Italia non ha voluto dire nulla il presidente della Bce, Mario Draghi il quale ha detto che di Italia preferisce non dire nulla. Il numero uno di Eurotower si è invece soffermato sul credito bancario e ancora sulla difficoltà  delle banche a farlo arrivare all’economia reale. A Dublino tuttavia ministri e governatori sono riusciti a sbloccare le resistenze tedesche al progetto della vigilanza unica per le banche europee. Un tema centrale per l’Ecofin che nei due giorni irlandesi ha messo in programma l’esame degli ostacoli alla crescita economica ed anche un focus sui temi fiscali. E proprio ieri da Bruxelles il presidente della Commissione Herman Van Rompuy ha annunciato che il grande problema dell’evasione fiscale che “fa perdere all’Europa circa mille miliardi all’anno”, pari “all’intero bilancio settennale della Ue” sarà  nell’agenda dei capi di Stato e di governo in occasione del prossimo vertice, il 22 maggio. Tornando all’economia e alle banche Draghi ha spiegato che, oltre ai problemi di capitale, sui quali la Bce non può fare nulla e a quelli, sui quali invece Eurotower è intervenuta, delle difficoltà  di finanziamenti, le banche “sono spaventate dalla possibilità  che i clienti non ripaghino i prestiti, e allora non li erogano”. Alla Bce «continuiamo a riflettere sul come far superare alle banche queste paure, siamo determinati a fare in modo che i fondi iniettati trovino al strada verso l’economia reale». L’Eurogruppo ha comunque dato il via libera al programma di aiuti a Cipro, non senza prima superare una serie di malintesi. Il fatto è che prima dell’avvio dei lavori dell’Eurogruppo, il presidente di Cipro Nicos Anastasiades aveva lasciato intendere di voler chiedere aiuti aggiuntivi chiarendo solo in seguito, forse di fronte al muro di Bruxelles, che si trattava non già  della richiesta di ulteriori prestiti ma di assistenza aggiuntiva e di tempi più rapidi. Fatto sta che il via libera dei ministri finanziari dell’Eurozona ha riguardato solo il piano concordato di 10 miliardi, di cui 1 dal Fmi. L’Eurogruppo ha inoltre deciso di prolungare di 7 anni la scadenza dei prestiti a Irlanda e Portogallo. La decisione, di grande fiducia, serve “a sostenere gli sforzi dei due paesi per riguadagnare il pieno accesso al mercato e l’uscita dai programmi” di salvataggio.
Accordo raggiunto, infine, dall’Ecofin sull’unione bancaria. Dopo un difficile avvio di discussione per la presa di posizione della Germania che ha insistito per condizionare l’attuazione della vigilanza comune alla revisione dei trattati europei, è stata concordato, come ha riferito mil commissario Ue Michel Barnier, che la supervisione unica “si farà  coi Trattati attuali, abbiamo l’accordo definitivo e unanime”


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