«Fiat-Chrysler, dalla fusione la risposta alla crisi dell’auto»
MILANO — «Come ho già detto in passato credo che per avere un ritorno adeguato, una casa automobilistica abbia bisogno di produrre un totale di almeno 6 milioni di veicoli l’anno e almeno 1 milione di veicoli su ogni piattaforma. Noi abbiamo già completato la convergenza delle tre architetture principali che guideranno oltre l’80% dei volumi totali». Quel noi sta per Fiat-Chrysler e a parlare è l’amministratore del gruppo, Sergio Marchionne, davanti a una platea di oltre mille leader del settore automobilistico, riunita al Cobo Center di Detroit.
Del resto, secondo le stime di un pool di 21 analisti, Fiat-Chrysler dovrebbe chiudere il primo trimestre 2013 con un utile della gestione ordinaria di 720 milioni, di cui 640 realizzati proprio dalla casa di Detroit, rispetto agli 866 milioni dello stesso periodo 2012 e con un utile netto di 150 milioni a fronte di 379 milioni. Per Fiat Industrial, invece, le stime degli analisti — pubblicate sul sito in attesa dei consigli delle due società in calendario il 29 e il 30 aprile — prevedono conti stabili.
Il mercato dell’auto in Europa è in difficoltà , ma il Lingotto sta reagendo. Marchionne ha spiegato di aver «introdotto una strategia ben definita che ci permetterà di risolvere il problema della sovraccapacità nel segmento di mercato di massa nel corso dei prossimi anni, attraverso l’alta gamma con Alfa Romeo e Maserati e l’utilizzo di un eccesso di capacità per i mercati di esportazione al di fuori dell’Europa».
John Elkann gli fa eco da Milano: «Andiamo avanti con i lanci di nuovi modelli come programmato. La nuova Maserati Ghibli sarà presentata domani (oggi, ndr) in Cina. Vediamo segnali incoraggianti». Il presidente è alla Bocconi per firmare con l’università milanese l’accordo per l’istituzione di una cattedra intitolata a Giovanni Agnelli, nel decennale della morte dell’Avvocato: un’Associate professorship in Economics permanente, assegnata a un giovane professore associato (il primo quinquennio sarà ricoperta da Chiara Fumagalli). La Fondazione ha donato due milioni di euro che, attraverso la costituzione di un fondo apposito, finanzieranno la cattedra.
«Abbiamo assolutamente una posizione che è quella che voi conoscete e sosteniamo l’evoluzione di Fiat-Chrysler» ha spiegato il presidente del Lingotto, John Elkann, a chi gli chiedeva se Exor rimarrà azionista di riferimento dopo un’eventuale fusione. «Ogni giorno che passa — ha detto — chi lavora in Fiat-Chrysler lavora più vicino, e questo fa sì che Fiat e Chrysler stiano diventando un’organizzazione sempre più forte, come testimoniato dai risultati conseguiti nel 2012». Il quartier generale resterà a Torino? «Oggi abbiamo un’organizzazione che riflette una realtà organizzativa — ha proseguito Elkann — con delle macro regioni che sono i mercati dove operiamo e il nostro cuore e la nostra testa sono nelle tante regioni dove lavoriamo».
Francesca Basso
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