by Sergio Segio | 13 Aprile 2013 6:36
Parole che danno corpo a una suggestione che sta prendendo quota sempre più tra i parlamentari nelle ultime ore: cercare il modo di creare consenso (e scompiglio tra i partiti) su una personalità «condivisa». Il Movimento sosterrà il suo candidato di bandiera di sicuro per le prime tre votazioni. Dalla quarta — in cui basterà la maggioranza semplice per designare l’inquilino del Colle —, gli scenari potrebbero cambiare. Libertà di coscienza? Forse. Ma non solo. Fonti vicine ai Cinque Stelle ipotizzano anche un cambio di strategia per deputati e senatori. I parlamentari starebbero studiando l’idea di sostenere eventualmente anche altri nomi della decina ammessa al secondo turno — i primi tre, quattro classificati — , personalità con un forte ascendente da esercitare su altre forze politiche. Nomi su cui creare una convergenza, magari proprio con i democratici. «Nessun inciucio però», precisano. E «nessuno scambio con una eventuale fiducia», ripetono. Si tratterebbe, in sostanza, di una tentazione da mettere sul tavolo agli avversari (politici). E un modo, anche, per lasciare il primo segno indelebile nella legislatura. Intanto, c’è chi prende le distanze dalle voci circolate sui media. «L’informazione continua a sostenere che il Movimento 5 Stelle è pronto a sostenere Prodi: è una bufala», afferma Matteo Ponzano, il vj della «Cosa», la web tv del Movimento.
I nomi? «Alcuni, un buon terzo, saranno delle sorprese», assicurano alcuni deputati. Intanto, ieri è stato il giorno del caos. Anomalie, hacker o un bug del sistema? Il risultato non cambia: il popolo dei Cinque Stelle ritorna a esprimere la propria preferenza per il successore di Giorgio Napolitano. Il presunto attacco diventa un caso sul web, spopola sui social, ma in serata — secondo quanto sostiene l’Ansa — né alla polizia postale né ai carabinieri sono stati presentati esposti da parte di appartenenti al Movimento o dallo stesso Grillo per attacchi informatici. Intanto, tra i parlamentari, prosegue il dibattito sui futuri orizzonti politici. «Il rifiuto del meno peggio non deve arrivare al punto di rendere possibile il peggio», scrive su Facebook il senatore Francesco Campanella.
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