La Francia approva le nozze e le adozioni omosessuali
Il progetto di legge presentato dalla maggioranza socialista torna adesso all’Assemblea, che esaminerà le modifiche marginali introdotte dal Senato: la «navetta parlamentare» deve fare in modo che le due camere giungano al varo di un testo identico. L’iter legislativo sta accelerando: secondo le previsioni i primi matrimoni tra omosessuali saranno celebrati in Francia nei primi giorni di luglio. Il governo non vuole perdere tempo perché nel frattempo la protesta contro il matrimonio aperto agli omosessuali si è radicalizzata. Le manif pour tous, le manifestazioni contro il matrimonio gay e l’adozione, sono cominciate lo scorso autunno e hanno portato in piazza centinaia di migliaia di francesi che con grande civiltà hanno espresso il loro dissenso. Il clima nelle ultime settimane però è molto peggiorato: prima gli incidenti al corteo del 24 marzo, quando la polizia ha sparato lacrimogeni contro estremisti che avevano sfondato i cordoni per raggiungere gli Champs à‰lysées; poi le violenze della notte tra il 6 e il 7, quando il collettivo «Primavera francese» ha affisso volantini antigay su un centro Lgbt (lesbiche, gay, bi e trans) del Marais (il quartiere degli omosessuali a Parigi), e quando soprattutto una coppia di gay è stata massacrata di botte per strada, mentre faceva ritorno a casa. La foto del volto tumefatto di Wilfried, che ha perso conoscenza e ha riportato sette fratture alla testa, è diventata il simbolo di una nuova omofobia. Il candidato Hollande aveva inserito il matrimonio e l’adozione aperti ai gay tra le 60 proposte del suo programma di governo, e anche sulla base di quella promessa è stato eletto presidente della Repubblica. Dal suo insediamento all’Eliseo (maggio 2012) a oggi, i sondaggi hanno sempre mostrato che il matrimonio degli omosessuali riceveva il consenso della maggioranza dei francesi (intorno al 60%), mentre l’adozione ha raccolto perplessità crescenti. «Il calendario parlamentare viene stravolto, è un tentativo di intimidazione», ha detto ieri Christian Jacob, capogruppo dell’Ump (opposizione) all’Assemblea nazionale. Il relatore della legge, il socialista Erwann Binet, crede invece che sia giusto stringere i tempi: «Ne abbiamo già discusso per più di 100 ore, e tanto gli oppositori ormai ricorrono alla violenza piuttosto che al ragionamento». Frigide Barjot, la bizzarra sedicente «umorista papista» che dall’inizio è la portavoce del movimento contrario alla legge, minaccia: «Hollande vuole che scorra il sangue e lo avrà ! Siamo furiosi, viviamo in una dittatura». Toni come si vede molto diversi rispetto alle prime, pacifiche manifestazioni delle famiglie con passeggini.
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