Il premier incaricato prepara il discorso

by Sergio Segio | 27 Aprile 2013 7:55

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ROMA — È stata una giornata lunghissima, carica di tensione al tavolo della trattiva per la formazione del nuovo governo, che però a sera ha prodotto un dato certo: la conferenza dei capigruppo della Camera ha rinviato al 6 maggio la trattazione in Aula del Def (Documento economia e finanza) in modo da aprire, già  per lunedì 29 aprile alle 14, una finestra utile al primo, possibile «atterraggio» in Parlamento del governo Letta sostenuto da Partito democratico, Popolo delle libertà  e Scelta civica. Per lunedì pomeriggio, dunque, il presidente incaricato Enrico Letta, che a quel punto avrebbe già  sciolto la riserva e giurato al Quirinale, ha un appuntamento con l’aula di Montecitorio davanti alla quale illustrerà  il programma e presenterà  la squadra dei ministri. E anche il Senato, che riunirà  la sua conferenza dei capigruppo lunedì alle 12, sta preparando lo stesso percorso.
Invece, sui passi necessari per arrivare alla presentazione del programma dell’esecutivo in Parlamento c’è ancora qualche incertezza. Dopo le scaramucce di ieri — soprattutto sulla presenza dei big dei partiti nell’esecutivo e sulle caselle Economia e Giustizia — ancora non si sa quando il presidente incaricato si recherà  al Quirinale per sciogliere la riserva e, di conseguenza, quando ci tornerà  per giurare insieme ai ministri (che sarebbero 18) nelle mani del capo dello Stato. Ieri mattina, Enrico Letta ha incontrato per due ore il presidente della Repubblica al quale ha riferito l’esito delle consultazioni di giovedì ma, poi, i contatti telefonici — con il Colle e con le forze politiche — sono continuati per tutta la giornata fino al faccia a faccia serale con il segretario del Pdl, Alfano.
A questo punto, gli ottimisti prevedono che già  entro oggi il presidente incaricato riuscirà  a compiere il doppio viaggio al Colle mentre c’è una scuola di pensiero che vede la domenica come la giornata risolutiva per la nascita dell’esecutivo delle larghe intese, o come preferisce Enrico Letta, del «governo di servizio» per l’Italia. Nel dettaglio, dunque, il calendario per la nascita del nuovo governo è ancora incerto, fermo restando che già  lunedì i deputati (e di seguito i senatori) potrebbero ascoltare dalla voce del presidente del Consiglio le linee programmatiche dell’esecutivo.
Non a caso, in questo clima di attesa e di incertezza, ieri sera il presidente del Consiglio uscente, Mario Monti, ha avvertito qual è, a suo parere, il maggior rischio sulla strada della nascita del governo Letta che comunque «potrebbe durare 3 o 4 anni»: «Vorrei dire la stessa cosa sostenuta da Berlusconi e cioè che non è una questione di nomi. E penso che per rilanciare il vigore del governo Letta sia importante che i leader politici, o i personaggi senior del mondo politico, diano il loro appoggio ma non ne siano membri». Poi, sempre in sintonia con il Cavaliere, Monti ha aggiunto: «Berlusconi è il più bravo di tutti in politica, lo dicono i fatti». Infine, Scelta civica potrebbe allearsi con Berlusconi alle prossime elezioni? «Può essere, dipenderà  dalle politiche fatte nel frattempo, dalla credibilità  conseguita e dalle alternative. La cosa di cui il Paese ha bisogno è andare avanti con le riforme».
Dino Martirano

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