by Sergio Segio | 6 Aprile 2013 6:26
ROMA — Un 2012 da record se si guarda al peso delle tasse. La chiusura d’anno — gli ultimi tre mesi — ha infatti portato la pressione fiscale al 52%, il dato più alto da quando l’Istat ha cominciato a calcolarla. Il fardello delle imposte — dirette e indirette più i contributi sociali — diventa quindi sempre più pesante anche se ovviamente solo per quei contribuenti che pagano il dovuto.
Guardando all’intero 2012 la pressione fiscale è risultata del 44%, che comunque rappresenta l’1,4% in più del 2011. Lo scorso anno inoltre le entrate totali sono cresciute più delle spese. Lo ha fatto sapere l’Istat che ha diffuso anche le altre cifre sui conti pubblici che segnalano il positivo calo del rapporto deficit/Pil sceso al 2,9%, migliore dello 0,8% rispetto all’anno precedente. Nel quarto trimestre 2012 inoltre il saldo primario (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato pari a 17.900 milioni di euro. L’incidenza dell’avanzo sul Pil è stata del 4,4%, superiore di 1,6 punti rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2011. Dati positivi dunque che dovrebbero in parte, ma non è detto che lo facciano, mitigare l’impatto del salasso fiscale.
Preoccupata la reazione della Confcommercio che non ritiene possibile una ripresa dell’economia con una pressione fiscale al 52%. «Imprese e famiglie da troppo tempo sopportano una pressione fiscale tra le più alte in Europa ed è questo il motivo per cui si sono ridotti i consumi, le imprese chiudono, gli investimenti si sono drasticamente ridotti», ha rilevato l’associazione. La Cgil con il segretario confederale Danilo Barbi sottolinea invece come la pressione fiscale sia «alta ma non per tutti: per i redditi fissi, quelli da lavoro e da pensione, è altissima e a livelli insostenibili». La pressione fiscale «sta soffocando l’economia reale con gravissimi effetti recessivi e con conseguenze drammatiche sull’occupazione. Ormai quasi la metà del reddito di lavoratori dipendenti e pensionati è destinata al pagamento delle tasse ed il dato è in continua crescita» ha commentato il segretario confederale Uil, Domenico Proietti.
Sull’andamento delle entrate ieri sono arrivati anche, questa volta diffusi dal ministro dell’Economia, i dati relativi ai primi due mesi del 2013 che sono tradizionalmente poco significativi perché nel periodo non sono previste scadenze fiscali: gli incassi sono ammontati complessivamente i 61.307 milioni sostanzialmente in linea con quelli dello stesso periodo dello scorso anno. In particolare le imposte dirette sono aumentate del 6,2% con il gettito Irpef che sale dell’1,7% e quello Ires che cala dell’11,1%. In discesa del 9,4% anche i proventi dell’Iva.
Tornando alle cifre del 2012, l’Istat ha rilevato che le entrate totali sono cresciute più delle spese spiegando che la loro incidenza sul Pil è stata del 47,7%. Nel quarto trimestre come si è visto il peso è stato ben superiore toccando il 56,3% con le entrate fiscali al 52%. In particolare il gettito ha registrato un aumento tendenziale del 4,3%, per effetto di un incremento del 7,6% delle imposte dirette, del 4,3% delle imposte indirette e del 6,7% delle altre entrate correnti. Sono, invece, risultati in diminuzione i contributi sociali e le entrate in conto capitale
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