Il Cavaliere cerca l’intesa: prioritario un governo forte
ROMA — Convoca tutto il Pdl in piazza per il 13 aprile a Bari, ma non più per chiedere il voto anticipato. All’indomani dell’incontro Bersani-Monti, per la prima volta Silvio Berlusconi frena nella richiesta di elezioni anticipate. E mentre le indiscrezioni parlano del profilarsi di un possibile accordo a tre (Pd, Scelta civica e Pdl) il Cavaliere abbassa i toni dello scontro: «Noi — scrive Berlusconi sul sito forzasilvio.it — riteniamo prioritario ed anzi, indispensabile, dare vita subito a un governo stabile e forte. Soltanto se il Pd dirà no a questa soluzione si dovrà ricorrere alle elezioni anticipate».
Spinge all’accordo anche il segretario pdl Alfano: «A questo punto il Pd deve sbloccare la situazione o dire che, per causa proprio del Partito democratico, si torna al voto». E ancora: «Sul Quirinale noi chiediamo che vi sia una personalità che possa garantire l’unità del Paese e che non sia ostile a quei dieci milioni di persone che hanno votato centrodestra». Dunque avanti tutta, sperando in un accordo che aiuti la risoluzione delle grane giudiziarie del Cavaliere (anche ieri il Pdl ha dovuto fare quadrato sul caso Ruby: «Chi non le crede disprezza una donna immigrata»). In cambio il partito di Berlusconi darebbe l’appoggio a un governo a guida Pd e un Quirinale gradito anche a Mario Monti.
Ma contro un accordo di «pacificazione» ci sono le resistenze interne al Pd. Per aiutare il leader Pier Luigi Bersani a vincerle anche il pdl Renato Brunetta aumenta il pressing: «Si decida il Pd, Bersani o Renzi per noi pari sono. Basta che non si perda più tempo. Per quello bastano i saggi».
Fino all’elezione del presidente, comunque, il Pdl farà sentire la sua voce, spiega Berlusconi sul suo sito: «Care amiche, cari amici, come ho annunciato in piazza del Popolo, la nostra mobilitazione nelle piazze, nelle istituzioni e nei media continua». «Come sapete bene non chiedo nulla per me, nè ruoli istituzionali nè ruoli di governo. Chiedo solo di poter continuare a svolgere il compito che mi è stato affidato ancora una volta dai nostri elettori e cioè quello di tenere unito il centrodestra e di contribuire a far uscire il nostro Paese da questa crisi che è la più grave dal dopoguerra ad oggi». «Gli elettori — aggiunge l’ex premier — mostrano di apprezzare la nostra proposta, al punto tale che se si rivotasse saremmo in grado, secondo gli ultimi sondaggi, di prevalere sia alla Camera che al Senato. Ciononostante il ricorso alle urne entro giugno non rappresenta la nostra prima scelta perché noi sappiamo bene che la cosa più urgente è far uscire il Paese dalla crisi nel tempo più breve possibile».
Nessun tono guerresco, dunque. Berlusconi parla della manifestazione come «una nuova occasione di incontro», «che ci darà la possibilità di far sentire la nostra voce a ridosso dell’inizio delle votazioni parlamentari per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica».
Nessun accenno polemico nemmeno ai saggi del presidente Napolitano. Berlusconi chiede solo di fare presto: «La prima preoccupazione è per lo stato dell’economia, per le imprese, per i lavoratori in difficoltà e per le famiglie. Per prendere le misure necessarie e urgenti per uscire da una austerità rovinosa e per far capire in Europa e ai mercati che l’Italia c’è, abbiamo dichiarato di essere disponibili a far nascere un governo di coalizione guidato da un rappresentante del Pd». Infine, come fece a piazza del Popolo, rispolvera l’antico saluto: «Forza, Italia». Segno della grande tentazione che avrebbe di tornare al vecchio simbolo, magari alle prossime politiche. Anche se per le imminenti comunali, assicurano i suoi, sarà mantenuto l’attuale Pdl.
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