Gli hacker all’attacco del M5S violate le mail dei parlamentari

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ROMA â€” «A Giulia stanno anche arrivando le chiamate sul telefono di gente che la prende in giro. Una cosa di una violenza incredibile ». Stefano Vignaroli è il deputato 5 stelle vittima, insieme a Giulia Sarti, di un furto di corrispondenza privata senza precedenti. Un gruppo di pirati informatici – si sono definiti hacker del Pd, ma i democratici hanno fatto sapere di non avere niente a che fare con loro – ha pubblicato ieri un video in cui minaccia i parlamentari grillini di diffonderne le e mail finché Grillo e Casaleggio non renderanno pubblici i loro redditi, e i proventi del blog. Un filmato sgradevole, che comincia con le foto – anche di momenti privati – di deputati e senatori. E che fa una sorta di
conto alla rovescia: ogni settimana pubblicherà  la posta di uno di loro. Come titoli di coda, ci sono gli indirizzi piratati. Privati, non istituzionali. Quello di Giulia Sarti è un hotmail. «È il più vecchio che ho», racconta lei nel cortile della Camera. «Sono tranquilla, se ci colpiscono è perché stiamo lavorando bene. Mi aspettavo una cosa del genere dopo quello che è successo a Bologna, ma figuriamoci se bastano due e mail per mettere in crisi il mio rapporto con Grillo e Casaleggio». Diceva questo, però, quando pensava (e
scriveva su Facebook) che fosse tutta una bufala. Aveva provato ad aprire il file che la riguardava e l’aveva trovato vuoto. E invece, le e mail ci sono davvero. Sono più di 7.600. Vanno dal novembre 2007 fino a pochi giorni fa. Una corrispondenza legata al Movimento, ai dibattiti aperti nei meet up, con messaggi anche dello stesso Grillo. Intervengono polizia postale e magistratura. «Procedono d’ufficio », dice Sarti nel video che gira insieme a Vignaroli. «Diffidiamo chiunque dal pubblicare il contenuto di quei file. Pensate a cosa si
può provare davanti a una violazione di questo tipo. Siamo vostri dipendenti, personaggi pubblici, ma questo non implica che la nostra vita privata debba essere sbattuta sui giornali, in tv o in Rete ».
«Non sono preoccupato delle questioni del Movimento – racconta Vignaroli – ci può essere al massimo qualche gossip stupido. Ma su quella e mail c’è la corrispondenza con le mie ex, ci sono foto, video. Spero proprio non esca niente». Gli hacker affermano di avercela con il Movimento
perché predica la trasparenza senza praticarla. Anonymous si è tirato fuori: «Noi non c’entriamo », dicono gli attivisti-pirati. Il fatto è che non sono state colpite due persone a caso: Stefano Vignaroli – operatore Rai, di Roma è stato l’organizzatore di un incontro nazionale autoconvocato da alcuni attivisti che non era piaciuto a Beppe Grillo. Una delle molle che ha portato all’espulsione dal Movimento di Valentino Tavolazzi. «Poi con Beppe ci siamo chiariti – dice oggi – ho anche aiutato lui e Casaleggio a preparare
l’incontro nazionale di febbraio 2012. In quei giorni, però, ero considerato un dissidente e mi era arrivato di tutto. Non avevano capito il senso dell’iniziativa ». Giulia Sarti paga l’essere stata vicina a quel mondo. Dentro l’universo ribollente di veleni dei 5 stelle dell’Emilia Romagna. Vicina ai dissidenti di quel famigerato incontro di Rimini considerato poco meno che un’iniziativa sediziosa. È una ragazza di 26 anni laureata in giurisprudenza e appassionata di legge e politica. Pochi giorni fa, ha tenuto una
conferenza stampa sulle carceri in cui erano presenti anche Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi, oltre al senatore pd Luigi Manconi. Se nelle sue e mail e in quelle di Vignaroli qualcuno cerca dei distinguo dalla linea ufficiale, può farlo con l’intenzione di danneggiarli. O di dividere il Movimento. Che ufficialmente parla di attacco esterno («Secondo me controllano anche i telefonini. Sento uno strano ronzio», dice Federica Dieni), ma che più di tutto teme una «mano amica». Una guerra tra correnti. Nel frattempo, ci si divide sul 25 aprile. I 5 stelle non saranno sui palchi della celebrazione, «lo vivremo tra la gente», dice Vito Crimi. Il vicepresidente della Camera Di Maio però sarà  all’altare della patria. Da lontano, Grillo attacca: «A Roma si stanno spartendo le poltrone e le ossa della Seconda Repubblica».


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«Galeotta fu quella sangria a cena sul lago Maggiore»

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 Ecco come nasce un futuro sindaco. Galeotta fu la sangria. Mettete una sera d’estate sul lago Maggiore. A tavola due degli avvocati più importanti d’Italia, Giuliano Pisapia e l’avvocato Mario Fezzi, presidente dell’Agi (Avvocati giusvaloristi italiani), con rispettive signore. E’ nata così per il nuovo sindaco di Milano l’idea di candidarsi. Sembrava una battuta e invece un anno dopo è scoppiata la Pisapiamania che lo ha portato alla conquista di Palazzo Marino. Com’è stato possibile? Ne parliamo proprio con l’avvocato Mario Fezzi.

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