Gabanelli si sfila Grillo chiama Rodotà : è il nostro candidato
ROMA — Prima ancora che dal Friuli Beppe Grillo faccia il grande annuncio, il deputato grillino Roberto Fico si palesa in Transatlantico e fa il suo appello: «Se la Gabanelli e Strada rinunciano, non vedo come i parlamentari più giovani del Pd possano dire no a Stefano Rodotà scelto dalla rete dei cittadini. Ribellatevi, giovani del Pd! Se non votate Rodotà , poi non venite a proporci alleanze e percorsi comuni».
E infatti la mossa del cavallo di Grillo e Casaleggio va a segno nel pomeriggio quando, uno dopo l’altro, arrivano i passi indietro annunciati della giornalista di Rai3 Milena Gabanelli e del chirurgo di Emergency Gino Strada. Rispettivamente, prima e secondo nella classifica delle Quirinarie online (48.292 iscritti al M5S aventi diritto, ancora ignoto il numero dei votanti effettivi) che ora aprono un’autostrada al professore Stefano Rodotà giunto in terza posizione.
Grillo esulta perché il suo piano ha preso la piega giusta: «Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli e Gino Strada ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che sarà il candidato votato dal M5S». Il dado è tratto, dunque. E il professore di origini cosentine (su Twitter si ironizza anche sulle sue lontane radici rintracciabili nella comunità albanese, ghiegghiu in dialetto), che ha attraversato tutte le stagioni della sinistra italiana, diventa il centravanti di sfondamento della squadra grillina. E lui, alle 8 della sera, risponde tranquillo al telefono di casa: «Guardi, io ora mi vedo la partita perché sono un grande appassionato di calcio». Roma o Inter? «Tifo per il Cosenza, che però milita in serie D girone I…». E, visto che ci siamo, cosa pensa il professore Rodotà del competitor per il Quirinale Franco Marini? «Guardi, non è per essere scortese ma in questa fase mi sono imposto di stare zitto….». Grillo però parla e usa il nome di Rodotà come una clava anche perché in casa di Sel e tra i giovani del Pd molti tifano per l’ex garante della Privacy: «Rodotà è un uomo di 80 anni che alla notizia è diventato un bambino, lui però metterà d’accordo tutti e tutto. Lo voteremo anche alla quarta votazione». Altrimenti, profetizza Grillo quando ancora non sa della candidatura di Franco Marini, «un settennato con D’Alema e Amato consegnerà l’Italia alla dissoluzione non solo economica, ma anche come Stato unitario».
E ora il capogruppo al Senato Vito Crimi si dice dispiaciuto del passo indietro di Milena Gabanelli che ha motivato la sua decisione in una lettera invita al Corriere.it: «Mi rivolgo ai tanti cittadini che hanno visto in me una professionista sopra le parti… Sono giornalista da 30 anni e ho cercato sempre, in buona fede, di fare il mio mestiere al meglio; il riconoscimento che in questi giorni ho ricevuto mi commuove e mi imbarazza». Va avanti la Gabanelli: «Che io non avessi le competenze per aspirare alla presidenza della Repubblica mi era chiaro sin da ieri, ma ho comunque ritenuto che la questione meritasse qualche ora di riflessione. E non è stata una riflessione serena… Io sono una giornalista, e solo attraverso il mio lavoro, che amo profondamente, provo a cambiare le cose, ad agire in prima persona, appunto».
Sulla stessa linea anche il chirurgo Gino Strada: «Credo che sia meglio continuare a fare il mio lavoro e faccio tanti auguri a Rodotà ».
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