by Sergio Segio | 8 Aprile 2013 16:18
6 Aprile 2013 – In zona Appia, Action occupa lo stabile di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, gli ex locali assegnati alla Casa della Regione. Sgomberata (Fonte: Dinamo Press)
ROMA – Ex uffici e case invendute, palazzi pubblici dismessi da anni e complessi di privati lasciati sfitti e all’incuria: è il patrimonio immobiliare romano portato alla luce ed occupato lo scorso sabato da oltre 700 nuclei familiari in emergenza abitativa, nell’ambito dello Tsunami Tour dell’abitare. Da Garbatella a Tor Marancia, da Tiburtina da Tor di Nona passando per Tor Tre Teste e via Appia, su dodici stabili occupati nell’ambito dello Tsunami Tour – lanciato dai Movimenti per il Diritto all’Abitare, dal Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa, dai Blocchi Precari Metropolitani, da Action e dal Comitato Obiettivo Casa – nove sono diventati, per circa 700 nuclei, una risposta a precarietà , sfratti per morosità ed emergenza abitativa. In tutto 3000 persone vi sono entrati per rimanerci: sono precari, famiglie italiane messe in ginocchio dalla crisi, famiglie di migranti numerose, single e studenti precari.
Da sabato, un centinaio di nuclei di Action si è stabilito nei locali dell’ex Asl situata in via Attilio Pacile, nel quartiere di Garbatella, vuoti da 4 anni, mentre 32 nuclei di giovani italiani, per lo più con bambini molto piccoli a carico, hanno preso, in località Ponte di Nona, due nuovi complessi residenziali di proprietà della ditta di costruzione Caltagirone, in Via Valentino Cerruti. “Due dei 50 mila complessi sfitti – spiegano – che se acquistati in parte dall’amministrazione a prezzi di costo, ovvero a 1.200 euro al metro quadro, potrebbero risolvere l’emergenza abitativa della città ”. Da subito per loro è arrivata la solidarietà dei gruppi del territorio, fra cui quella degli ex occupanti del The Lollis di San Lorenzo, assegnatari nel vicino quartiere di Rocca Cencia. Sgomberato, invece, lo stabile in zona Appia di proprietà dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, sul mercato con un fondo immobiliare del Lussemburgo, lasciato dagli occupanti di Action perché fatiscente. In cambio di un affitto sostanzioso – rende noto Dinamo Press – le case furono affittate all’Asl locale, senza che quest’ultima facesse alcun tipo di verifica in merito all’idoneità degli spazi, solo in seguito definiti inadeguati per lo svolgimento di manovre sanitarie di routine. Ad occuparlo, soprattutto abitanti dell’IX Municipio sotto sfratto per morosità . Si tratta di nuclei familiari piccoli e grandi, con genitori pensionati e disabili a carico, molti disoccupati perché licenziati. “Abbiamo lavorato, pagato le tasse per anni. Ora non abbiamo più niente. Non ci sono soldi per le case popolari – dicono – però ci mettono sotto sfratto e il governo non fa niente”.
Preso a Tor Tre Teste da 45 nuclei, per lo più famiglie italiane di Roma Est e Tor Bella Monaca legate ai Blocchi Precari Metropolitani, un palazzo di proprietà dell’Inps, destinato alla privatizzazione. “Si tratta di quelle Scip (società veicolo esterne nelle quali gli enti previdenziali hanno cercato di trasferire il loro portafoglio di immobili) non andate a termine per la cartolarizzazione”, spiega Irene Di Noto. Altre 108 famiglie di sfrattati italiani, migranti, Rom e studenti hanno occupato lo stabile un tempo sede degli ex uffici Atac a Via Tiburtina 770. Oltre il Raccordo, sempre sulla consolare, in zona San Basilio, 72 famiglie per lo più figli dei primi storici occupanti che negli anni ’70 si stabilirono nel quartiere, hanno preso possesso di un residence a cinque stelle di proprietà dell’immobiliare Icmt, “terminato due anni or sono e vuoto probabilmente perché in attesa, da anni, di un cambio di destinazione”, raccontano.
E ancora, in zona Settecamini, il Coordinamento di Lotta per la Casa si è introdotto nel complesso di Via dei Sambuci 200, un ex call center della Telecom abbandonato, comprato con un fondo della Banca Popolare di Milano. All’interno oltre 170 famiglie in condizioni limite. “Quando siamo entrati era completamente dismesso – spiega Emilia – controsoffitti ed il corrugato rimosso ed i fili elettrici e di rame estirpati. Siamo senza luce e senza acqua. Ci aiutiamo con i gruppi elettrogeni. Tanti i bambini piccoli e le donne incinta”. Per tutta la giornata di ieri, una staffetta di solidarietà ha portato agli occupanti cibo ed acqua, perché la zona industriale è priva di esercizi commerciali e servizi. Nel quartiere Tor Marancia, nell’XI Municipio, inoltre, il Coordinamento ha occupato anche una delle due ale dello stabile situato in Via Caravaggio, vuoto da circa due anni, di proprietà della famiglia di costruttori Armellini. “Per un decennio è stato dato in affitto alla Regione Lazio e adibito come sede per gli uffici dell’Assessorato alla Casa, ora situato a Garbatella”, racconta Giulia. “All’interno siamo circa 200 nuclei di famiglie italiane e straniere. Dopo la prima notte col generatore, da ieri abbiamo la luce elettrica, anche se ancora siamo sprovvisti di acqua corrente”.
Sembra resistere, infine, lo studentato Degage, occupato da un gruppo di circa 40 studenti dell’Università di Roma La Sapienza, in via Antonio Musa. Si tratta di uno degli undici stabili della Provincia inseriti nel fondo Upside della Bnp Parsap, destinato – prima del bliz studentesco – alla costruzione di un’unica struttura provinciale che sorgerà nella zona di Torrino-Castellaccio. “Abbiamo intenzione di trasformare queste mura in alloggi – conclude Alessia, 23 anni studentessa di Sociologia, originaria di Catanzaro – da assegnare a 30 studenti e studentesse fuori sede, stufi di elemosinare un alloggio all’università o di pagare cifre salate ai proprietari della città ”. (Loredana Menghi)
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