by Sergio Segio | 28 Aprile 2013 7:04
ROMA — E’ stata una giornata senza pace ieri per Beppe Grillo. Parole di fuoco, in ogni direzione. E se non bastassero quelle decisamente ardenti contro il nuovo governo («è la notte della Repubblica», «il governo dell’inciucio»), l’ex-comico leader di M5S si è infervorato anche per i suoi problemi con gli hacker.
Ha scritto Beppe Grillo: «Il Movimento 5 stelle subisce attacchi vergognosi ogni giorno. Le mail private di molti parlamentari sono state trafugate, ma così è successo anche per fotografie, filmati, corrispondenze. In un altro paese questo sarebbe il primo titolo per giorni. Se fosse successo al Pdl, a Cicchitto, Ghedini, Brunetta i giornali e i telegiornali avrebbero gridato all’attentato alla sicurezza nazionale. Per il M5S solo scherno o silenzio. Anche il silenzio del presidente della Repubblica».
Un silenzio che dura il tempo della protesta. Il presidente Giorgio Napolitano non esita a diramare una nota dal Quirinale, ferma. Decisa: «A proposito di caselle di posta violate e di mail pubblicate ci sono regole e norme che tutti debbono rispettare».
Ma va anche più a fondo il Capo dello Stato: «Il richiamo a rispettare queste regole sempre e nei confronti di chiunque è stato costante e chiaro da parte del presidente della Repubblica, che anche riguardo a gravi casi più recenti invita le autorità competenti ad intervenire energicamente».
Parole che non hanno stemperato le ire di Beppe Grillo. Ieri il leader del Movimento 5 stelle aveva cominciato la mattina presto a diffondere le sue bordate. A Montecitorio il premier Enrico Letta stava facendo prendere forma al suo governo e lui tirava dardi: «Ci hanno trattato come cani in chiesa», scriveva sul suo blog. E rilanciava: «Più di otto milioni di italiani che hanno dato il loro voto al Movimento 5 stelle sono considerati intrusi, cani in chiesa, terzi incomodi, disprezzati».
Rivendicava un posto alla Rai o al Copasir, il leader del Movimento 5 stelle: «Perché il M5S non può governare oggi, ma neppure avere i diritti minimi di chi fa opposizione», scriveva Beppe Grillo sul suo affollatissimo blog in una giornata dove chissà se ha rimpianto qualche no di troppo detto da quando i suoi parlamentari si sono insediati alle Camere. Di certo ieri ha dato fondo ai suoi insulti, Beppe Grillo, passando a definire il nuovo governo «la notte della Repubblica», ma anche un governo «stile ammucchiata bunga bunga».
La stilettata finale è arrivata sul finire della giornata. E’ arrivata sul tema della morte e della resurrezione, visto che era stato proprio Enrico Letta a mandargli a dire attraverso i suoi capigruppo: «Grillo dice che il 25 aprile è morto? Spiegategli che anche Dio è morto ma dopo tre giorni è resuscitato». E ieri al leader del M5S deve essere sembrata proprio la giornata giusta per rimandare indietro la palla. Questa volta non il suo solito chilometrico blog, bensì un post veloce su twitter: «Con il governo Letta il terzo giorno quello che è resuscitato è stato Barabba».
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