Droghe: un’assemblea di movimento

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La prima, per l’introduzione del reato di tortura nel nostro codice penale, ha un valore specifico di civiltà  giuridica: tanto più dopo la rivolta dei «tutori dell’ordine» di Ferrara a favore dei loro colleghi condannati per il massacro di Federico Aldrovandi, un fattaccio tutt’altro che isolato. La seconda mira a una serie di modifiche nell’attuale normativa sulle droghe, la famigerata Fini-Giovanardi del 2006 che provoca il sovraffollamento carcerario e la criminalizzazione di migliaia di consumatori ogni anno; in particolare si prevede la piena depenalizzazione del consumo e della coltivazione domestica, un drastico abbassamento delle pene, un regime autonomo per i fatti di lieve entità  e la modifica delle norme che limitano l’accesso alle misure alternative per i detenuti tossicodipendenti. La terza proposta prevede sia una radicale revisione delle condizioni delle carceri – e non solo per quanto riguarda il sovraffollamento e il degrado, ma anche per la affermazione di una serie di diritti dei carcerati, in accordo con la nostra Costituzione – sia la abrogazione della legge Cirielli sulla recidiva.
L’assemblea discuterà  anche di altre iniziative in cui è impegnato Forum Droghe, come quelle della rete «Cresce il welfare, cresce l’Italia» e di «StopOpg». Sappiamo come sia i Serd e i Dsm – assai importanti anche sul fronte della droga, per esempio per il crescente numero di soggetti etichettati con una «doppia diagnosi» – che il privato sociale, siano tra i servizi che più soffrono del blocco del turnover, dei piani di rientro e dei tagli imposti dalla spending review. Un tale picconamento non solo provoca un drastico razionamento delle attività  sinora svolte, ma anche impedisce lo sviluppo di nuovi indirizzi che vadano incontro alle esigenze dei consumatori, al di là  della distribuzione di farmaci e della limitata assistenza psicoterapica ambulatoriale. Infine si discuterà  delle ricerche in cui si impegna Forum Droghe in campo psicosociale, come quelle sugli stili di consumo della cocaina. Pur con risorse limitate, queste debbono rimediare alle scelte assai più generosamente foraggiate dal Dpa di Serpelloni: scelte che per lo più mirano, al di là  delle solite cortine fumogene verbali, a ridurre i problemi della droga a schemi neurobiomedici riduzionisti. Con il grave rischio che si avveri la profezia di Hannah Arendt. «Il guaio con le moderne teorie riduzioniste non è tanto che sono false, ma che possano diventare l’unica verità  accettata».
Per il programma completo vedi www.fuoriluogo.it/sito/home/fuoriluogo/agenda/assemblea-2013-forum-droghe


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