Dal reddito minimo al carcere, ecco il sociale secondo i saggi

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ROMA – Ecco in sintesi le proposte dei saggi sulle materie di carattere sociale. In particolare, abbiamo disaggregato il contenuto della relazione finale del Gruppo di Lavoro, soffermandoci in particolare sui suggerimenti in tema di lavoro, carcere, famiglia, povertà , scuola. Nominati il 30 marzo scorso dal Capo dello Stato, i saggi sono stati divisi in due gruppi. Quello in materia economico-sociale ed europea è composto da Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Rossi. Quanto agli obiettivi di fondo delle misure di politica economica e sociale suggerite, sottolineano i saggi, sono quelli “riavviare lo sviluppo economico” e “renderlo più equo e sostenibile”.

Per i saggi, “la principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare: quella del lavoro e della conseguente crescita della povertà ”. E precisano: “Oggi in Italia hanno un lavoro, anche solo precario, 56 persone su 100 tra i 15 e i 64 anni. In Francia sono 64, in Germania 73. Su 100 giovani fra i 15 e i 24 anni, in Italia lavorano in 17, in Francia 28, in Germania 47. E’ a rischio di povertà  ed esclusione sociale il 28,4 per cento dei residenti nel nostro Paese”.
Più avanti, i saggi ricordano: “Fra il 2008 e il quarto trimestre 2012, in Italia il PIL è sceso di quasi il 6 per cento, in Francia è rimasto stazionario, in Germania è aumentato di oltre il 2 per cento. Nel medesimo periodo, in Italia il reddito disponibile delle famiglie, al netto dell’inflazione, è diminuito di quasi il 10 per cento: in termini pro-capite è tornato ai livelli di venti anni fa. Rispetto al 2008, l’occupazione è diminuita di 681 mila unità . Il tasso di disoccupazione è tornato ai livelli del 2001, quello giovanile ha raggiunto quasi il 38 per cento”.

Ma gli accenni alla condizione italiana in Europa non finiscono qui. “In molti campi sociali e ambientali il nostro Paese sconta divari importanti rispetto agli altri paesi europei – affermano i saggi -. Ad esempio, se tutti i paesi, compresa l’Italia, realizzassero gli obiettivi fissati nell’ambito della Strategia Europa 2020, alla fine del decennio in corso l’Italia si troverebbe in fondo alla classifica europea in molte aree rilevanti, come il tasso di occupazione, gli abbandoni scolastici, il numero di laureati e gli investimenti in Ricerca e Sviluppo”.

Lavoro. Ferma restando la considerazione che “una diminuzione del costo del lavoro stimolerebbe la competitività  e fornirebbe un impulso alla domanda interna, nella fase di acuta e prolungata recessione che l’economia italiana attraversa occorre intervenire immediatamente per favorire due aree del mercato ad alta criticità : il lavoro giovanile e a più bassa retribuzione”. In generale, occorre “destinare qualunque sopravvenienza finanziaria possa manifestarsi nei prossimi mesi alla priorità  dell’emergenza lavoro e del sostegno alle persone in grave difficoltà  economica”. Inoltre, si segnala l’opportunità  di fruire, a partire dal 2014, del nuovo fondo istituito dall’Unione europea proprio per agevolare l’occupazione dei giovani, specie nelle aree geografiche economicamente più in difficoltà .
Ciò detto, il gruppo di lavoro propone, per i prossimi mesi, di destinare qualunque sopravvenienza finanziaria all’emergenza lavoro e al sostegno delle persone e delle famiglie in grave difficoltà  economica. Tra le priorità  vanno rifinanziati gli ammortizzatori sociali in deroga e affrontata la grave questione dei cosiddetti “esodati”. Si deve riconoscere un credito d’imposta ai lavoratori a bassa retribuzione (fra i quali è maggiore la quota di giovani), che si trasformi in sussidio monetario se eccede l’imposta dovuta. Favorire il lavoro femminile, potenziando, tra l’altro, il tele lavoro e gli strumenti per migliorare la conciliazione dei tempi di lavoro e di cura familiare.
I saggi invitano a realizzare l’alternanza scuola – lavoro, anche per gli universitari. Vengono proposti modi per stabilizzare e ampliare l’agevolazione fiscale della “retribuzione di produttivita’”. La relazione invita a definire il nuovo Isee (indicatore della situazione economica equivalente), già  all’esame dalla Conferenza Stato-Regioni, “da cui dipendono molti benefici e prestazioni sociali”.
Emanare i decreti attuativi del Casellario dell’assistenza già  previsto dalla legge al fine di meglio identificare i destinatari degli interventi ed evitare distorsioni dovuta al cumulo delle prestazioni. Migliorare le relazioni industriali disciplinando la rappresentatività  sindacale, la partecipazione dei lavoratori nell’ impresa, ecc… e favorendo sul piano fiscale l’azionariato dei lavoratori.

Valutare ipotesi reddito minimo inserimento. Valutare le diverse ipotesi relative all’eventuale introduzione di un reddito minimo di inserimento, da inserire in un quadro complessivo di revisione dell’assistenza. Il gruppo di lavoro giudica questa e altre misure “onerose e quindi difficilmente realizzabili nelle attuali condizioni di bilancio, a meno di una decisa redistribuzione delle risorse disponibili”. Il Gruppo di lavoro sottolinea di “non aver avuto modo di analizzare in dettaglio le diverse proposte; tuttavia, ritiene utile suggerire un approfondimento della questione nell’ambito di un possibile ridisegno delle politiche sociali”. (da.iac)

 

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