Commissioni, Boldrini e Grasso si dividono

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ROMA — «Anche i saggi, a volte, sbroccano!». Stufo del fuoco amico che lo ha preso di mira da quando Napolitano lo ha chiamato tra i dieci «facilitatori», il senatore Gaetano Quagliariello ha querelato l’agenzia Il Velino. «Ho subìto di tutto e non ho mai presentato denuncia, ma adesso basta» si è sfogato con i collaboratori, quando ha letto il titolo mandato in rete dall’agenzia parlamentare vicina al centrodestra: «Quagliariello spera in presidenza (del Senato, ndr) se Grasso sale a Colle o Governo».
Tensione alta, nei partiti e in Parlamento. La luna di miele tra i presidenti di Camera e Senato sembra già  finita. La seconda e la terza carica dello Stato sono stati protagonisti di un brusco botta e risposta. Laura Boldrini vorrebbe dar vita a una commissione ad hoc per riformare la legge elettorale, ma Pietro Grasso non è d’accordo e frena: «Il problema è politico. Non ha importanza la sede, basta trovare l’accordo sulle modifiche». E mentre la presidente preme sui gruppi perché indichino in fretta i membri delle commissioni permanenti, Grasso pensa che gli organismi «non si possono convocare fino a quando non si potrà  distinguere tra maggioranza e opposizione». Il che sarà  possibile «quando ci sarà  un governo che ha la fiducia del Parlamento». E nell’attesa? «Andiamo avanti con la commissione speciale e se necessario potremo istituirne altre».
Un groviglio, che Napolitano sta provando a sbrogliare con l’aiuto dei «facilitatori». Ieri i due gruppi sono tornati a riunirsi al Quirinale, anche congiuntamente. Violante, Quagliariello, Onida e Mauro hanno chiuso i dossier costi della politica, federalismo fiscale, pubblica amministrazione e regolamenti parlamentari: nella bozza il rafforzamento del governo e del Parlamento e uno «statuto» per i gruppi di opposizione. Quagliariello, oggetto di un forte pressing del suo partito perché lasci la commissione, si è assentato una ventina di minuti per incontrare Napolitano. Con Berlusconi che ha minacciato di far saltare il tavolo è comprensibile che il presidente gli abbia chiesto rassicurazioni… «Non staccheremo la spina», lo ha tranquillizzato Quagliariello. Il capo dello Stato ha apprezzato, ringraziando ufficiosamente il Pdl e Berlusconi per il «senso di responsabilità ». L’ex premier era stato bersaglio di considerazioni non lusinghiere da parte di Valerio Onida, vittima di uno scherzo telefonico. «Ma ora l’incidente è chiuso», ha detto Napolitano.
I saggi vanno avanti, in silenzio stampa. E ora tocca a Quagliariello fare i conti con la bufera politica sollevata dalla «saggezza» di cui è stato onorato. Convinto di aver sopportato anche troppo a lungo invidie e gelosie suscitate dal prestigioso incarico, il senatore ha scelto le vie legali. Quel che più gli dispiace, ha confidato ai collaboratori, è che l’attacco arrivi dal Pdl, come confermano le richieste di dimissioni avanzate da diversi colleghi. «Non vorrei che nel mio partito si innescasse una deriva complottarda e leninista», è il pensiero che in queste lo hanno sentito esprimere ad alta voce. Troppe le «bufale» che ritiene architettate ad arte e che il Velino ha divulgato. Il passaggio che lo ha convinto a querelare è quello in cui si racconta di quando, dicembre 2012, era sulla neve e, in seggiovia, non si sarebbe accorto di avere accanto «il collaboratore di un pezzo grosso di via dell’Umiltà ». Il quale avrebbe origliato una telefonata in cui il senatore chiedeva un incontro riservato con Monti per farsi candidare… «Se mai si farà  questo processo — ha anticipato Quagliariello al suo staff – dirò con chi ho parlato e lo porterò a testimoniare, tabulati alla mano». E la cena con Bianca Berlinguer? «Voci dal sen fuggite», assicurano i collaboratori: le figlie sono amiche, ma sarà  un anno che non si vedono a cena. E il week-end romantico con una giornalista? «Altra calunnia». Quanto all’insinuazione che il senatore sarebbe «il garante» di certi presunti «conti mai pagati» della senatrice Paola Pelino presso una boutique di Pescara, Quagliariello ama riderci su: «Mia moglie è una donna spiritosa, mi ha rimproverato perché da tre anni non le compro un vestito…».


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