Bollette, come risparmiare 140 euro l’anno

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Diciamolo subito: un po’ per oggettiva complessità  e un po’ per pigrizia, gestire le proprie bollette di gas e luce è un esercizio poco attraente. Di certo un contatore è assai meno «smart» di un telefonino o di una tavoletta, anche se ormai il marketing e la pressione sui consumatori delle aziende dell’energia non ha nulla da invidiare a quella delle compagnie telefoniche e internet. Nei fatti, però, la spesa per riscaldarsi e illuminare le abitazioni è più che doppia rispetto a quella per comunicare, e assai meno comprimibile. In un anno l’esborso medio per famiglia in telefonia e web è di circa 840 euro mentre quello per luce e gas è di 1.800-1.900 euro. Poco o tanto che sia, la ricerca del risparmio nella selva oscura delle offerte luce-gas può diventare quindi una voce di reddito non disprezzabile.
Una lista di offerte Ecco i motivi che hanno ispirato l’elaborazione effettuata sulla base di uno degli strumenti più affidabili e più a portata di mano per i consumatori, il «trovaofferte» (http://trovaofferte.autorita.energia.it/trovaofferte) messo a disposizione dall’Autorità  dell’energia elettrica e il gas, a cui aderiscono 24 aziende che coprono la quasi totalità  del mercato. Ebbene, rispetto alla tariffa «base» alla quale è ancora legata la stragrande maggioranza degli italiani (la cosiddetta «maggior tutela» che viene calcolata dalla stessa Autorità  ogni tre mesi) il risparmio arriva fino a 140 euro in un anno. E il divario, sempre annuo, tra la miglior offerta e l’ultima della lista può essere notevole, anche fino a 120 euro in più. Cifre non esorbitanti, è vero, ma che possono essere «salvate» con uno sforzo tutto sommato accettabile: andare su internet con la propria bolletta in mano e inserire pochi dati. Magari confrontando i valori ottenuti con quelli forniti da altri siti web privati e volontari come facile.it, mybestoption.it, sostariffe.it o supermoney.eu. Portali generalisti che consentono di comparare offerte e tariffe di comparti che vanno dalla telefonia alle assicurazioni ai conti bancari.
I costi e il web Colpisce che a ottenere le migliori posizioni siano quasi sempre le offerte che, con l’eccezione di Trenta (Dolomiti Energia), fanno capo a grandi aziende come Enel, Eni, Edison, E.On. Nulla però è casuale: se la concorrenza dal lato dell’offerta avviene sulla base dei costi della materia prima (gas e generazione di elettricità ) e di quelli per la gestione dei clienti, è verosimile che i «big» abbiano più frecce al loro arco rispetto agli operatori minori. Ma non sempre è così, e neppure è un caso se le migliori offerte sono quasi sempre quelle che prevedono un prezzo «bloccato» (di solito per un anno) e requisiti assai precisi: l’adesione deve avvenire via internet; il pagamento deve essere effettuato con un rid bancario o comunque con bollette elettroniche. Il motivo è chiaro: internet consente al venditore di tagliare i suoi costi e catturare più clienti. Il prezzo bloccato ha invece una funzione quasi «psicologica», rivolgendosi al consumatore più ansioso che vuole sicurezza di pagamento per periodi determinati.
Prezzi bloccati o indicizzati Immediatamente a ruota del primo «blocco» segue il gruppo di offerte con prezzo «indicizzato», a sconto sulla tariffa stabilita dall’Autorità . Indipendentemente quindi dagli andamenti di mercato, le aziende che adottano questo sistema scommettono sull’appeal del risparmio sicuro. E su un bacino potenziale smisurato visto che dalla completa apertura del mercato dell’energia elettrica (1 luglio 2007) solo il 22-23% delle famiglie e delle piccole imprese ha cambiato fornitore uscendo dalla «maggior tutela» offerta dalla tariffa dell’Autorità . Una percentuale simile (18-20% dei clienti «domestici», ma più del 50% delle piccole e medie imprese) riguarda il mercato gas, la cui apertura risale al 2003. Non sfugge a chi ha già  dimestichezza con un mutuo bancario che i sistemi di prezzo «bloccato» (con o senza web) o «indicizzato» siano all’incirca i corrispondenti del tasso fisso o variabile per i mutui casa, e la scelta implichi pur sempre una preferenza personale.
La concorrenza Una volta fissati i parametri di consumo di una famiglia tipo (1.400 metri cubi di gas l’anno e 2.700 chilowattora) sono però i numeri a parlare. Con l’offerta migliore si risparmierebbero più di 40 euro l’anno di elettricità  e quasi 100 di gas (tra il 7 e l’8% in entrambi i casi) rispetto alla tariffa di tutela che dal secondo trimestre 2013 farebbe spendere alla famiglia tipo 511 euro di luce l’anno e 1.398 euro di gas. In termini assoluti, quindi, la spesa complessiva potrebbe scendere da 1.910 a 1.770 euro. Vantaggi che non sembrano essere superati dalle offerte combinate luce-gas che alcune aziende propongono.
Rimane la domanda di fondo: perché negli ultimi anni gli italiani non hanno approfittato della concorrenza? Per scarsa consapevolezza; o forse perché le offerte sul mercato hanno insistito più sui fattori diversi dal prezzo (punti premio, servizi aggiuntivi, qualità ); oppure per le difficoltà  burocratiche nel cambio di fornitore. Risposte sensate. Nelle prossime settimane si concluderà  l’indagine sul tema che l’Autorità  ha avviato a luglio 2012, e se ne saprà  qualcosa di più.


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