Attacco frontale di Renzi a Bersani

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L’ex premier risponde a Berlusconi: con me migrazioni di massa ROMA — «Il profilo che va bene è quello di un nome che coinvolga la maggioranza più alta possibile — ha detto Matteo Renzi ieri sera al Tg5 —. Franco Marini è stato bocciato dagli elettori in Abruzzo, perciò questi giochini non vanno. Anna Finocchiaro, poi, la ricordiamo per la spesa all’Ikea con la scorta…». Attacca Bersani, il sindaco di Firenze, a quattro giorni dall’avvio ufficiale delle votazioni per il nuovo capo dello Stato, giovedì 18 aprile. I due candidati per il Quirinale cari al segretario del Pd non vanno bene, secondo Renzi. E a Bersani che l’altro giorno l’aveva definito «indecente» (colpa forse anche di tre telefonate fatte venerdì sera dal segretario a Renzi rimaste senza risposta) ieri Matteo il Rottamatore ha replicato: «Mi spiace che Bersani cerchi l’insulto, io ho solo detto insieme a tanti altri che bisogna fare presto, non si deve perdere tempo, la politica ha il dovere di dare un governo al Paese. Quello che mi colpisce è lo stile, l’atteggiamento da intrallazzini, quando si dice una cosa in pubblico e un’altra in privato. Mi spiace che i destini personali siano talmente più importanti…».
Più tardi ha pure rincarato la dose sul suo profilo Facebook: «Ieri il segretario del mio partito, Bersani, ha detto che sono arrogante, indecente, qualunquista. Mi spiace molto che Pier Luigi, cui va il mio rispetto sempre, a prescindere, scelga la strada dell’insulto. Non credo di meritarmelo, anche alla luce del comportamento di questi mesi. Io faccio il sindaco e spero solo che si faccia presto: le aziende chiudono, le famiglie soffrono, la politica è lenta. Non faccio parte del gruppo dirigente e non tocca a me decidere: mi auguro che chi ha responsabilità  non sprechi tempo. Se questo significa essere indecenti penso che siano in tanti in Italia a essere indecenti». In serata, però, è arrivata la replica altrettanto dura di Nico Stumpo, deputato bersaniano del Pd: «Da Renzi parole che mancano di rispetto alle persone».
E dal Tg5 il sindaco di Firenze ha avvisato anche il Cavaliere: «Ho sentito che Berlusconi si ricandida a premier, mi piacerebbe sfidarlo. Alcuni lo vogliono mandare in galera, io più semplicemente lo voglio mandare in pensione». Loro due si vedranno stasera al Teatro Regio di Parma. E domani forse Berlusconi tornerà  a vedersi anche con Bersani: malgrado le ombre sulla trattativa per il Colle, infatti, continuano i contatti tra le due delegazioni.
Berlusconi, però, è sempre più preoccupato. Ieri Giorgio Napolitano al quotidiano La Stampa ha ribadito la sua ferma intenzione («Non mi convinceranno a restare») e si sa che la sua ricandidatura sarebbe stata assai gradita al Pdl, perciò il timore del centrodestra è che il Pd a sorpresa possa ora far convergere i suoi voti su Romano Prodi («Prodi presidente della Repubblica? Andiamocene tutti all’estero», aveva detto sabato Berlusconi a Bari). «Se davvero faranno questa scelta — avrebbe insistito anche ieri con i suoi il Cavaliere — in Italia si aprirebbe uno scenario da guerra civile». Il Professore gli ha duramente replicato in un’intervista a Servizio Pubblico, su La7: «Non vorrei che si creasse un problema di emigrazione di massa, ma posso solo dire che nella cosiddetta corsa per il Quirinale non ci si iscrive e non ci si deve nemmeno pensare».
I segnali che arrivano dal centrosinistra, però, vengono ritenuti allarmanti dall’altra parte: «È intollerabile pensare all’esclusione di Romano Prodi», ha detto ieri Nichi Vendola, che ha anche suggerito di utilizzare «il metodo Boldrini-Grasso» per trovare il nuovo inquilino del Quirinale. Il nome del Professore, poi, ricorre tra i più votati pure alle «Quirinarie» del Movimento 5 Stelle. Il Pdl, perciò, teme la trappola.
Fabrizio Caccia


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