by Sergio Segio | 12 Aprile 2013 18:27
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Con l’avvicinarsi del congresso di domenica 14 aprile Alexander Gauland comincia a sentire la tensione. Ci dà appuntamento in uno dei ristoranti più tranquilli del Regierungviertel [quartiere del governo] di Berlino. Eccolo […], con i suoi capelli brizzolati e la sua giacca di tweed. La pubblicità ottenuta dal suo nuovo partito comincia a metterlo a disagio.
Gauland, 72 anni, è il cofondatore di “Alternativa per la Germania” (Afd). Il 5 aprile quasi 1.500 persone si erano già iscritte per partecipare al congresso, molte di più di quelle che può accogliere la sala prenotata per l’occasione nell’albergo InterConti di Berlino. “Dopo tutto non si sa mai chi viene”, si giustifica Gauland. Ma se alcuni si congratulano di questo successo, lui teme invece che troppa gente strana prenda la parola.
A partire da domenica prossima tutti i tedeschi che non sopportano più di sentire formula preferita da Angela Merkel (“Non c’è alternativa”), ne avranno forse una, di alternativa. E questa, anche se prendere di mira il cartello dei partiti storici e il potere delle banche, ha come nemico numero uno l’euro. Si vorrebbe tornare al marco. Se riuscirà a entrare al Bundestag in autunno, Afd si batterà per la dissoluzione della moneta europea.
Da un recente sondaggio è emerso che il 26 per cento degli intervistati è pronto a votare per un partito anti-euro. All’inizio di aprile Afd contava già 6mila membri. Con questa linea politica il partito si attira le simpatie anche dei movimenti radicali e la direzione del partito ha già dovuto escludere alcuni simpatizzanti di estrema destra. Ma è tra le file della destra che Afd riscuote più successo. Il suo target è rappresentato dagli elettori delusi della Cdu [cristiano-democratici] e dell’Fdp [liberali]. “È il genere di partito che rappresenta un pericolo per noi”, riconosce il deputato Cdu Klaus-Peter Willsch.
Lo stesso Gauland fa parte dei delusi, perché 50 anni fa aveva preso la tessera della Cdu. All’epoca era ancora facile fare politica, le cose erano chiare. La Cdu difendeva il nucleare, il servizio militare e la struttura familiare tradizionale, il marco era la moneta forte d’Europa. Oggi tutto è cambiato e i conservatori non hanno vita facile.
È stato in occasione della frettolosa approvazione da parte della Merkel della legge sulla transizione energetica che Gauland ha cominciato ad avere dubbi sul suo partito. E quando la cancelliera ha cominciato a salvare l’euro a suon di miliardi, il limite per lui è stato superato. “L’euro non funziona”, afferma Gauland. “Questa moneta non unisce il continente, ma lo divide”. Così, poche settimane dopo ha sbattuto la portata in faccia alla Cdu in cerca di una nuova organizzazione conservatrice.
Come lui molti membri dell’Afd sono degli ex della Cdu. Ai vertici ci sono molti professori universitari di una certa età . A quanto pare dopo le rivolte studentesche degli anni sessanta è arrivata l’ora della rivolta dei professori. L’età media dei simpatizzanti di Alternativa per la Germania non è molto lontana da quella di un conclave del Vaticano.
L’antidoto a questo predominio di capelli bianchi si chiama Bernd Lucke. Questo professore di economia dall’aspetto giovanile dovrebbe essere eletto alla guida del partito. Lucke espone i suoi punti di vista in modo chiaro e comprensibile, e in un tono tutt’altro che professorale.
Ma i professori fanno fatica a imporsi alla guida di un movimento che si vuole di massa. Lucke ha già cercato di farsi eleggere alle elezioni regionali della Bassa Sassonia, dove ha stretto un’alleanza con il gruppo misto. Non contento di presentare la propria candidatura, ha anche proposto a ogni candidato del gruppo di organizzare una conferenza sull’euro nella propria circoscrizione. Ma i militanti non avevano voglia di lezioni universitarie.
Tanto più che Lucke fatica a spiegare quale sarebbe l’alternativa all’euro di Angela Merkel. La Germania deve uscire dall’euro o devono uscirne gli altri? Si vedrà in seguito. Lucke spiega che non vi è ancora unanimità nel partito sulla strada esatta da seguire. Ma tutte le decisioni devono essere oggetto di un consenso. In altre parole, i paesi che la Germania vuole far uscire dall’euro devono essere d’accordo. Ma perché dovrebbero esserlo se la Germania mette mano al portafoglio? È questo l’argomento principale del partito, afferma Lucke. “Non ci saranno più trasferimenti di denaro”.
E cosa pensare del risentimento che un atteggiamento del genere provocherebbe nei confronti della Germania? Si tratta ovviamente di un punto sul quale bisogna fare attenzione. “Dobbiamo sederci intorno a un tavolo e spiegare agli altri che non si può andare avanti così”. Angela Merkel dovrà discutere con Franà§ois Hollande sull’argomento e chiedergli cordialmente di lasciare l’euro. “Ma Franà§ois, promettimi di non arrabbiarti”. È un po’ come chiedere la soppressione dei lunghi inverni.
Tuttavia non è necessario avere un progetto realista per guidare un partito al successo, anche se gli esperti di sondaggi dubitano che Alternativa per la Germania riuscirà a superare la soglia del 5 per cento [per entrare in parlamento] alle elezioni di settembre. “Da un punto di vista economico la Germania è in buona salute, e questo riduce le possibilità dei movimenti di contestazione”, analizza Richard Hilmer dell’istituto Infratest Dimap. Senza contare che la maggior parte della popolazione continua a dare fiducia al governo federale nonostante la crisi della zona euro. “Il punto forte di Merkel è proprio la politica europea”. Afd potrebbe però rappresentare una minaccia per il cancelliere alle elezioni politiche se le coalizioni Cdu/Fdp e Spd/Verdi finissero a poca distanza l’una dall’altra.
Traduzione di Andrea De Ritis
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