Alcol e guida: oltre 2 milioni i giovani a rischio

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ROMA – Il 14,4 per cento dei maschi e il 5,6 per cento delle femmine ammette di aver consumato oltre 6 unità  alcoliche in una singola occasione (binge drinking). Sono i dati, riferiti all’anno 2012, messi a disposizione dall’Istat e che l’Istituto Superiore di Sanità  (ISS) ha elaborato e diffuso oggi in occasione dell’Alcol Prevention Day (Apd). Analizzando le abitudini dei ragazzi si rileva quindi che circa 1.400.000 giovani maschi e 950.000 femmine sono da considerarsi potenzialmente esposti, nel caso in cui si mettessero alla guida, non soltanto a un rischio legato alla salute per se stessi e verso terzi, ma anche di incorrere nelle nuove sanzioni amministrative introdotte nel codice della strada. I dati Istat sono confermati dallo Studio Passi 2010-2012 da cui emerge che l’11 per cento circa degli intervistati nel campione di popolazione intervistato (pool di 9.594 Asl) ha guidato sotto l’effetto dell’alcol con un minimo rilevato in Basilicata (11,1 per cento) ed un massimo in Friuli Venezia Giulia (12,7 per cento). Un terzo circa degli intervistati (34,7 per cento) ha dichiarato di essere stato sottoposto a controllo da parte delle forze dell’ordine e solo l’11 per cento circa ha dichiarato di essere stato fermato alla guida e sottoposto ad un controllo specifico con etilotest, con un minimo registrato in Sicilia (6,9 per cento) e un massimo registrato nella Provincia autonoma di Trento (14,1 per cento).

Secondo i dati Istat, nel 2012 le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento di abuso di alcol sono 7 milioni e 464 mila, di cui 5 milioni e 674 mila maschi e 1 milione 790 mila femmine. Rispetto al 2011, si assiste a una riduzione nella quota di persone che presentano almeno un comportamento a rischio (da 15,2 per cento a 13,8 per cento). Tale riduzione è dovuta sia a una contrazione nel consumo giornaliero non moderato (che passa dall’8,4 per cento al 7,5p er cento) che alla riduzione nell’abitudine al binge drinking (che passa dal 7,5 per cento al 6,9 per cento). Continua, quindi, un trend discendente dei consumatori a rischio, già  osservato nel 2011. La riduzione si osserva in particolare tra i maschi (da 23,9 per cento a 21,7 per cento) e tra coloro che risiedono nelle regioni dell’Italia Nord-occidentale e centrale (rispettivamente dal 17,6 per cento al 14,8 per cento e dal 15,0 per cento al 12,3 per cento). Comportamenti a rischio diffusi si osservano tra gli anziani di 65 anni e più (il 40,7 per cento degli uomini contro l’10,1 per cento delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 21,0 per cento dei maschi e il 9,5 per cento delle femmine) e gli adolescenti 11-17enni (il 12,4 per cento dei ragazzi e l’8,4 per cento delle ragazze).

Il modello di consumo degli anziani è di tipo essenzialmente tradizionale, caratterizzato, in particolare, dal consumo di vino durante i pasti. Per questo motivo, in queste fasce di popolazione il tipo prevalente di comportamento a rischio è pressoché coincidente con un consumo giornaliero non moderato, soprattutto durante il pasto (62,6 per cento degli uomini e 86,1 per cento delle donne). La presenza molto elevata di anziani tra i consumatori a rischio va anche messa in relazione con la possibile non conoscenza da parte di questo segmento di popolazione della quantità  di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute.

Gli anziani probabilmente mantengono comportamenti acquisiti nel corso della vita, non consapevoli degli aumentati rischi per la salute all’avanzare dell’età . Infatti, le unità  alcoliche considerate a rischio per la popolazione adulta fino a 64 anni sono 4 o più per i maschi e 3 o più per le femmine, mentre per la popolazione 65 anni e più già  una quantità  di 2 o più unità  è considerata a rischio.


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