Warren Buffett va controcorrente: “344 milioni per i quotidiani locali”
NEW YORK — «I giornali forniscono un’informazione completa e affidabile alle comunità locali, se hanno una strategia sensata su Internet saranno redditizi ancora per tanto tempo». La professione di fede viene da uno che ha raramente sbagliato i suoi investimenti: è Warren Buffett, con 54 miliardi di patrimonio l’uomo più ricco d’America (talvolta a parità con il suo amico Bill Gates, a seconda degli anni). Il “saggio di Omaha”, che a 82 anni è sempre venerato da Wall Street come un vate, la sua fiducia nella stampa non la esprime solo a parole ma con il portafoglio. Nel corso degli ultimi 15 mesi si è lanciato in un’operazione-rastrellamento, acquistando il controllo di ben 28 giornali.
L’editoria quotidiana è diventata uno dei settori d’investimento del suo gruppo Berkshire Hathaway, il conglomerato che è uno dei colossi della Borsa Usa con una capitalizzazione di 250 miliardi di dollari. L’attrazione verso i giornali è una storia antica per Buffett: da ragazzo cominciò a lavorare facendo lo strillone, e conserva tuttora il suo tesserino sindacale da iscritto alla Newspaper Association of America. Ma la campagna d’investimenti nel settore è molto più recente e la spiegazione occupa tre pagine dell’ultima lettera agli azionisti. Già editore del Buffalo News e socio di minoranza del Washington Post, nel novembre 2011 Buffett iniziò ad allargarsi con l’acquisto del giornale della sua città — The Omaha World Herald — per 200 milioni. Nel maggio 2012 ha comprato una catena di giornali locali, il gruppo Media General. Si è già detto interessato a comprare un quotidiano locale di Allentown in Pennsylvania. Più in generale ha manifestato l’intenzione di continuare questa campagna acquisti, «ai prezzi appropriati ». Il settore della stampa resta una diversificazione minore rispetto ad altri business. Gli ultimi acquisti di giornali rappresentano nel bilancio 2012 un investimento di 344 milioni, a fronte di una maxi-acquisizione come Heinz (ketchup, salse, conserve alimentari) nella quale Buffett ha messo 23,6 miliardi il mese scorso. Resta il fatto che prima di Heinz c’era stata una scarsità di acquisizioni, il 2012 è stato un anno di pausa per Berkshire: con l’eccezione appunto dei giornali. La lettera degli azionisti offre anche un messaggio ottimista sull’America.
Buffett si dice convinto che «le opportunità abbondano in questo paese». Con 288.000 dipendenti, e un portafoglio di partecipazioni di minoranza che spazia da Coca-Cola a Wells Fargo, da America Express a Ibm, il gruppo Berkshire è una specie di indice riassuntivo dell’economia Usa. Ma il genio di Buffett dà il meglio di sé quando deve investire in tempi di crisi. Nel 2012 invece tutti guadagnavano, e Buffett non ha brillato. Il suo valore di Borsa è salito del 22% e tuttavia il «valore contabile come iscritto a bilancio» (che Buffett preferisce) è salito solo del 14,4% cioè un po’ meno dell’indice S&P 500 che ha segnato un rialzo del 16%. Il 2012 è stato solo il nono anno sui 48 dalla nascita di Berkshire, in cui il valore contabile è salito meno dell’indice di Borsa.
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