by Sergio Segio | 14 Marzo 2013 10:19
La questione della sicurezza nelle miniere cinesi è un tema molto caldo e drammatico. Facendo una rapida ricerca on line si può facilmente notare come i morti in questo settore in Cina siano tanti, troppi. Secondo le statistiche ufficiali, da prendere quindi con le dovute precauzioni, dagli oltre 7 mila morti nel 2002, si sarebbe passati a 1970 vittime lo scorso anno. Nonostante i tentativi dei legislatori di imporre standard di sicurezza, la Cina detiene ancora il record di morti nelle miniere, anche a causa del fatto che l’industria mineraria cinese è la più grande al mondo (un minatore cinese – secondo la Bbc – ha cento volte più probabilità di morire in un incidente di un minatore negli Stati Uniti).
Tra il 2010 e il 2011 la Cina ha provato a introdurre una nuova regolamentazione per le condizioni di sicurezza, ma non sempre le aziende hanno molta attenzione nell’introdurre novità , potendo spesso contare su una manodopera sempre a disposizione e sulla corruzione di chi dovrebbe controllare.
Nel dicembre scorso aveva fatto grande scalpore la sospensione di otto funzionari e l’arresto di due persone in Yunnan per un incidente che aveva causato la morte di 17 minatori. Si tratta di gravi responsabilità che ormai arrivano al cuore della politica cinese, così attenta a lanciare proclami e poco conseguente nel controllo delle periferie. Nel 2006 l’allora primo ministro Wen Jiabao aveva ammonito contro i tanti incidenti nelle miniere, garantendo che la Cina avrebbe adottato «misure globali per fermare saldamente il frequente verificarsi di gravi incidenti». Sempre secondo Wen le cause di così tante morti erano dovute «alla grande richiesta di carbone, alla scarsa attuazione delle misure di sicurezza, alla negligenza dei controlli da parte delle autorità locali e alla corruzione dilagante tra i funzionari e proprietari di miniere».
Nel 2012 venne introdotto un nuovo regolamento che prevedeva gravi multe alle miniere che non rispettavano gli standard, ma l’incidente di ieri, ultimo di una fila interminabile ancora nel 2012, non sembra aver garantito nulla ai lavoratori, la carne viva del successo mondiale cinese.
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