Tremonti indagato per la casa “Lavori gratis in cambio di favori”
ROMA — Giulio Tremonti è indagato a Roma per finanziamento illecito a un parlamentare, insieme al suo ex consigliere politico Marco Milanese e all’imprenditore Angelo Proietti, titolare della società Edil Ars. L’accusa al neo senatore (è stato eletto nelle liste della Lega) si riferisce a 250mila euro che Proietti avrebbe speso di tasca propria per ristrutturare l’appartamento in via Campo Marzio 24, nel pieno centro di Roma, dove l’ex ministro dell’Economia ha vissuto per due anni e mezzo, dal 2009 a metà 2011, quando era al vertice di via XX Settembre.
Secondo i pm Proietti avrebbe pagato i lavori per ingraziarsi Tremonti e alimentare il feeling con Milanese, all’epoca consigliere politico del ministro. Gli inquirenti hanno accertato che tra il 2002 e il 2010 l’imprenditore ha ottenuto da Sogei, controllata del Tesoro, appalti per ben 31 milioni in favore di Edil Ars, più l’assunzione della figlia. «Ho totale fiducia nella magistratura, penso abbia dovuto agire nello sviluppo dell’attività istruttoria su Sogei», ha commentato ieri sera Tremonti, «sono naturalmente
interessato a fornire ogni chiarimento».
La storia diventa di pubblico dominio nell’estate del 2011, quando il pm di Napoli Vincenzo Piscitelli, nell’ambito dell’inchiesta sulla P4, chiede alla Camera l’arresto (poi negato) di Milanese.
Dalle carte salta fuori la “casa concessa in locazione a Milanese per un canone mensile di 8.500 euro e di fatto utilizzata dal ministro Tremonti”. Che corre subito ai ripari. «Pago la mia parte di affitto», dichiara, aggiungendo tuttavia che dei versamenti non c’è traccia perché paga cash. Tremonti precisa anche di avere utilizzato occasionalmente il lussuoso appartamento, subito abbandonato dopo lo scandalo. «Sto a Roma pochi giorni a settimana», spiega intervistato da Repubblica,
«ho chiesto ospitalità a Milanese perché nella caserma dove alloggiavo non ero tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, pedinato».
L’inchiesta passa da Napoli a Roma, dove Tremonti, sentito dai pm, fa retromarcia: «Mai sentito spiato. È stata una forzatura giornalistica». Come andarono le cose lo racconta lo scorso dicembre al pm Paolo Ielo proprio Milanese. Ricordando di aver firmato il contratto di locazione per via Campo Marzio con il Pio Sodalizio dei Piceni a febbraio 2009, con l’intento di cedere i 200 metri quadri al ministro. Prima occorreva però ristrutturare l’immobile. Milanese si accorda quindi con l’ente religioso per scomputare dal canone le spese dei lavori. Che però alla fine nessuno salda. Non lui, che vive altrove con la compagna. Non Tremonti, che va ad abitare nell’appartamento dopo aver scelto personalmente i divani e aver ordinato le librerie al falegname. I condomini lo vedono entrare e uscire accompagnato dalla scorta. Sconfessando così la versione dell’uso occasionale accreditata dal ministro. Per i pm Tremonti avrebbe tacitamente accettato la ristrutturazione gratuita della casa. Da qui l’accusa di finanziamento illecito.
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