Torna la primavera in Europa, cortei a Bruxelles, Madrid e Berlino
«Si stringessero la loro cravatta. Noi la cinghia non ce l’abbiamo» La scritta è stata attaccata, in francese, sulla vetrina della banca Belfius a Bruxelles durante il «tour sovversivo» anti-austerity partito da piazza de Meeà»s a Bruxelles alle 11 di ieri. I movimenti, arrivati nella capitale europea per partecipare alla campagna «European Spring», primavera europea, hanno improvvisato un corteo selvaggio nelle strade della City, tra neve, ghiaccio e freddo. Quella cravatta da stringere al collo è la risposta – si legge nell’appello pubblicato sul sito foraeuropeanspring.org e tradotto in italiano da dinamopress.it – «alle élite economiche e politiche dell’Unione Europee che attaccano il welfare, i diritti sociali e la democrazia». Nel giorno in cui il parlamento europeo ha bocciato il bilancio 2014/2020 approntato dai capi di Stato, i movimenti sociali tornano a farsi sentire. Non sono grillini, né si ritrovano nella definizione di «società civile» che ha spopolato a sinistra nelle elezioni politiche. Rivendicano la partecipazione allo sciopero generale europeo del 14 novembre scorso che in Italia vide un’enorme partecipazione degli studenti medi impegnati nella lotta contro il decreto «ex Aprea» nella scuola. «Nel pieno della più dura crisi sociale da quando è stata fondata – scrivono – l’Ue riduce per la prima volta il suo budget pluriennale, portandolo ai livelli degli anni ottanta».
Chi ha lanciato la campagna in molte città europee immagina un’Europa senza patto di stabilità , quella «autoritaria e neoliberale» che «impone tagli profondi alla spesa sociale, prova a indebolire le leggi del lavoro». «Non ne possiamo più di vivere tra disoccupazione e precarietà , ritrovarci sbattuti fuori casa, non riuscire a curarci perché la sanità viene svenduta ai privati, vedere milioni di persone sprofondare nella povertà ». Rispetto al programma del contro-vertice ci sono delle novità . La polizia ha vietato il corteo di oggi a Bruxelles. Al momento gli organizzatori hanno optato per un’assemblea al Parc du Cinquantenaire che inizierà alle tre. Nello stesso momento, e in maniera coordinata, ci saranno proteste anche in Bulgaria e Slovenia, in Spagna e in Germania.
La campagna continuerà fino al 17 marzo a Madrid dove ieri c’è stata una «cacerolada» davanti alla sede dell’Unione Europea e dopodomani partirà una manifestazione da Plaza de Espaà±a-Sol: «Per l’Europa dei popoli, contro l’Europa dei mercati». A Roma, invece, la prima azione c’è già stata nel popolare quartiere di Tor Pignattara, a dieci minuti di tram dalla Sapienza. Verso l’ora di pranzo di ieri, in via Pietro Rovetti 57, un gruppo di studenti fuorisede e di precari hanno occupato un intero palazzo. Dopo avere indossato le maschere, anonimi, hanno acceso i fumogeni e dal tetto hanno calato uno striscione lungo almeno 20 metri, con la scritta cubitale «Mushrooms» (nella foto). In inglese significa «funghi» ed è un gioco di parole tra «le occupazioni che spuntano come funghi» e il «bisogno di “rooms”, cioè di stanze per gli studenti, privi di residenze universitarie, e per i precari che non possono prendere in affitto un appartamento o una stanza e sono «impossibilitati a chiedere un mutuo» perché i loro contratti, quando ce l’hanno, non riscuotono la fiducia dei proprietari di casa. «Mushrooms – scrivono i nuovi occupanti in un appello a cui si può aderire inviando una mail all’indirizzo appellomushrooms@gmail.com – nasce dalle macerie dell’università devastata dalla riforma Gelmini e dai tagli che le misure d’austerity hanno imposto». In questo nuovo spazio vogliono avviare progetti di aule studio, di biblioteche autogestite, di ripetizioni e chiedono di aprire un tavolo con le istituzioni per riportare alla vita «un luogo abbandonato e lasciato alla speculazione».
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